Tideland, il mondo capovolto

30/10/07 - Era da tempo che non si vedeva un Terry Gilliam così: un fiume in piena colmo di singolare fantasia...

30/10/07 – Era da tempo che non si vedeva un Terry Gilliam così: un fiume in piena colmo di singolare fantasia e pungente realismo. Tratto dall’omonimo romanzo di Mitch Cullin, “Tideland. Il mondo capovolto” può essere tradotto come una insana e visionaria reinterpretazione di “Alice nel paese delle meraviglie che, durante il percorso, incontra Psycho” questa, in poche parole, la chiave di lettura fornitaci da Gilliam. Per sua stessa ammissione questo film porta con sè un desiderio anticonformista e un gusto volutamente e fortemente provocatorio: “se dovessi fare un parallelo direi certamente che, tra tutti i miei lavori, “Tideland” è molto simile a “Brazil”. Nelle intenzione del regista infatti, spicca prepotente quella di scuotere lo spettatore, aprire i suoi occhi ormai addormentati e assuefatti, colpendolo anche allo stomaco, se necessario, in modo da suscitare reazioni forti. La visione che oggi abbiamo del mondo, dice Gilliam, non è la nostra, ma quella impostaci dai media: “I bambini, ad esempio – soprattutto in televisione – vengono rappresentati come delle vittime, come personalità passive, incapaci di reagire; il mio desiderio è invece quello di mostrarli sotto una luce diversa, più vicina alla realtà , ovvero quella della loro capacità di reazione, davanti a qualsiasi ostacolo che la vita presenta.

Sono molto più forti di quanto pensiamo”. Non a caso “l’anima” di questo film è proprio una bambina, Jeliza Rose, piccola grande protagonista dell’intera vicenda: è il movente di tutto, il perno centrale di un mondo astratto che, grazie all’immaginario stravagante di Gilliam, prende forma. La giovanissima interprete, Jodelle Ferland – con tutta l’innocenza dei suoi dieci anni – sequestra letteralmente l’attenzione e lo sguardo dello spettatore, con una prova attoriale creativa ed impeccabile. La scena diventa, per lei, la plancia di un grande gioco, ed è lei stessa a dettarne le regole, per tutti. Gilliam la descrive come “un genio a cui non è servito dire o insegnare nulla. Era lei che ci guidava e gran parte degli elementi presenti nel film sono farina del suo sacco”. Inevitabile la curiosità riguardo al suo progetto più famoso, mai portato a termine: “The man who killed Don Quixote”. Gilliam, a malincuore, ammette che si sta ancora tentando di strappare ai francesi i diritti sul copione, ma la volontà è sicuramente quella di non farlo restare in cantina. Una piccola nota di chiusura, dovere di cronaca: “Tideland” raggiungerà le sale italiane il 31 di Ottobre, dopo non pochi intoppi sul lato produttivo e distributivo, una spina nel fianco – da sempre – per Terry Gilliam. Fortunati saranno coloro che riusciranno a vederlo e a trovarlo, verrà distribuito infatti in sole 20/25 copie. Una miseria, davvero.

(ALESSANDRA SCIAMANNA)