Uso improprio

26/05/09 - Alla base della felice riuscita di questo film stanno un atto coraggioso e una...

Autobiografia di una realtà  sociale che riflette sulla propia identità 

uso-improprio_partita26/05/09 – Alla base della felice riuscita di questo film stanno un atto coraggioso e una decisione intelligente: il coraggio dell`autore e voce narrante Luca Gasparini – che firma il lavoro insieme ad Alberto Masi – di mostrare il proprio corpo, non per esibizionismo ma per farne il concreto punto di partenza del racconto e una stazione dove tornare per scandirne alcuni passaggi; l`intelligenza degli occupanti del centro sociale Acrobax di Roma, nato nell`ex cinodromo della capitale, che hanno saputo superare la diffidenza nei confronti di uno sguardo esterno e, accettando la scommessa di essere messi sotto osservazione, ne hanno ricavato la costruzione di un`immagine di grande interesse umano e politico proprio perchè rompe i clichè talvolta logori dell`autorappresentazione praticata negli ambienti “antagonisti”. Il documentario è quindi, a un tempo, franca autobiografia e onesta storia collettiva, prodotto autoriale ma in qualche misura frutto di un processo partecipato.

uso-improprio-vecchiaLuca, cinquantenne, si avvicina al centro sociale alla ricerca di una nuova esperienza nello sport amato da adolescente, il rugby, che l`Acrobax promuove nell`ambito di un ricco programma di attività  sugli sport popolari. Entra perciò nella squadra che si allena sull`erba dell`ex cinodromo (gli All Reds) e decide di raccontare questo incontro. I membri degli All Reds vengono ritratti con gustose interviste, si tematizza l`etica della squadra, le sue regole, il senso del gesto sportivo e l`agonismo. La telecamera ritrae gli ambienti del centro sociale e descrive, attraverso alcuni componenti del collettivo, la vita quotidiana del centro sociale, scandita dalle altre attività  sportive, dal lavoro alle strutture, dai problemi dell`occupazione abitativa, dal dibattito sulla gestione pratica e politica. La posizione del protagonista si fa via via più “interna”, partecipante, e tuttavia non diventa mai militante: “le pratiche al limite della legalità  mi inquietano, io sono uno di quelli che pagano subito le bollette…”, dichiara Gasparini con autoironia. C`è una linea, anche generazionale, che non viene superata, semmai esplorata con onestà . E lo sport – evocato anche da un Buster Keaton alle prese con le discipline olimpiche – diventa chiave di accesso al senso di un impegno sociale nella metropoli.

A interrompere, per ben due volte, il corso ordinario del cammino pur accidentato del collettivo, è la perdita di due suoi membri: Antonio, morto in un incidente nel gennaio 2006 mentre lavorava da pony express e Renato, ucciso a coltellate da un giovane di estrema destra nell`agosto seguente. Il primo colpo è tremendo e innesca riflessioni su una vita precaria e senza protezioni. Il secondo, altrettanto inaspettato e doloroso, fa vacillare la saldezza della comunità : di fronte a questo episodio e ad altre aggressioni di stampo fascista avvenute a Roma la spirale dello scontro violento appare una possibilità  concreta, si fa strada nel dibattito, è temuta da alcuni, messa nel conto come inevitabile da altri. Il rischio è alto, ne va della conservazione o dello snaturamento della propria identità , e questa volta è il regista stesso a sentire il bisogno di prendere posizione. Una soluzione certa non arriva, ma sembra suggerirla la gioia di una partita di rugby sulla spiaggia. Un racconto cinematografico formalmente ineccepibile, spesso divertente, a volte drammatico, sempre molto umano, di una piccola realtà  con grandi valori.

(MICHELE CITONI)

Titolo originale: Uso improprio
Produzione: Italia, 2008
Regia: Luca Gasparini, Alberto Masi
Durata: 71`
Genere: documentario