Venezia 65 – Primo giorno

28/08/08 - A Venezia 65 si è cominciato con i titoli del concorso e già si mastica amaro, perchè il tedesco...

Speciale Venezia 65
(Dal nostro inviato Alessandro Aniballi)

79956.jpg28/08/08 – A Venezia 65 si è cominciato con i titoli del concorso e già si mastica amaro, perchè il tedesco Jerichow di Christian Petzold è una mediocre variante sul tema di Ossessione e di Il postino suona sempre due volte. Prevedibile fino alla nausea, vagamente e fastidiosamente “impegnato” (la vittima è un turco), con personaggi monodimensionali, a tratti anche involontariamente grottesco (l`aitante Girotti della situazione che passa metà film nascosto tra le fratte), Jerichow è un adattamento illustrato e nulla più. Passando alla selezione delle Giornate degli Autori, non va meglio con Machan di Uberto Pasolini, produttore di Full Monty, che infatti ripropone lo stesso meccanismo di surreale (e furba) evasione dalla realtà , calandolo però stavolta nello Sri Lanka. E probabilmente anche questo film, già comprato dalla Mikado, avrà successo, visto che fa della ruffianeria verso lo spettatore la sua mission. Una delusione arriva perfino da de Oliveira, in vena di disimpegno con Do Visìvel ao Invisìvel, corto di sette minuti, costruito su un`ideuzza poco sostenibile: per strada due amici, impossibilitati a comunicare altrimenti, conversano al cellulare. Unica frase da ricordare del dialogo tra i due, che concionano sulla decadenza dei costumi, è: “questa guerra in forma di enigma”, evocativo riferimento ad un belligerare che riguarda tutti, ma a proposito del quale si continua a fingere che non riguardi nessuno. E con questo arriviamo a Burn after Reading, ultima fatica dei Coen, una commedia chiusa nell`involucro di un dramma, quello della follia securitaria, della guerra con danni collaterali e dei complotti a fondo perduto, che fa sì che ogni personaggio venga messo a tacere da una entità stupidamente maligna che altri non è che l`emanazione del governo degli States. Un nuovo gelido ritratto dunque, da parte dei Coen, verso quel che è diventata l`America (di Bush) dopo il fatidico e oscuro 11/09/2001.

Purtroppo non si può ignorare il primo film a sorpresa del festival, Perfect Life della cinese Emily Tang, sorprendentemente prodotto da Jia Zhang-Ke (non si sa cosa ci abbia trovato di interessante). Perfect Life è girato male, è confuso ed è anche malamente strutturato nel racconto parallelo di due donne “perdute”. Già da tempo ormai ci si interroga sulla necessità dei film a sorpresa. Consapevole di ciò, Mà¼ller aveva anticipato che stavolta si era tornati alle origini e cioè all`obbligo di tenere segreti i titoli per non permettere ai regimi di provenienza di bloccare le copie. Eppure, una volta visto Perfect Life, vien da pensare che si è fatto uno sforzo inutile, dato che la Tang non possiede certo il coraggio di scrittura e di messa in scena capace di prendere posizione nei confronti della dittatura “liquida” in atto nella Repubblica Popolare Cinese. E, allora, di fronte a un inizio decisamente in sordina della Mostra, meglio tornare un momento alle atmosfere del fuori concorso-omaggio Nel blu dipinto di blu (Volare), un esempio di scrittura cinematografica che abbiamo perduto in Italia, capace di tenere insieme comicità popolare e spietata lettura della società . Il film di Tellini del 1959 è un “musicarello” del tutto anomalo, perchè cala le canzoni all`interno del racconto, ma soprattutto perchè gioca con le aspettative dello spettatore, il quale dall`inizio della pellicola è in attesa del momento in cui Modugno canterà Volare. Momento che non arriva, visto che ad intonarla saranno altri, in particolare il gentiluomo decaduto interpretato da Vittorio De Sica. Inoltre Nel blu dipinto di blu sa persino eleggere a tema centrale il testo della canzone, quel sogno di volare contrapposto alla dura necessità di vivere sulla terra. E nel finale, tra l`elicottero guidato da un compaseano, che si libra in aria e la concretezza di un rapporto difficile con una ragazza di paese, Modugno sceglie la seconda opzione. Altri tempi.