Venezia79: Achàval e Bondì presentano Las Leonas

Alle Giornate degli autori e in sala dal 15 settembre Las Leonas di Isabel Achàval e Chiara Bondì. Un documentario su Bea, Elvira, Ana, Melisa, Joan, Vania, Sihan, leonesse dentro e fuori dal campo da calcio. Cameo di Nanni Moretti, produttore del film. 
Intervista a Isabel Achàval e Chiara Bondi a cura di Giovanna Barreca

In Italia lavorano come badanti, domestiche, babysitter, tuttofare, quasi invisibili agli occhi dei più e, spesso, anche dei loro. Ma quando Vania, Melisa, Joan, Bea, Ana, Siham, Elvira sono sul campo da calcio e per la precisione, nel campo del campionato Las Leonas alla periferia ovest di Roma per giocare insieme, ecco che la loro natura, la loro gioia di vivere e di lottare emerge preponderante e illumina gli sguardi, cancella la fatica e le frustrazioni e lascia posto alla gioia. Se Vania era un grande talento e una promessa quando giocava a Capoverde, Bea lo era in Perù e sognava di diventare Maradona; Ana ha iniziato a 5 anni, Melisa e Joan non avevano mai praticato lo sport prima di arrivare in Italia.

Isabel Achàval, regista argentina con studi a Parigi e collaborazioni con Rai tre e Chiara Bondì, sceneggiatrice, regista e produttrice scoprono questo campionato e la forza di queste donne tanto da volerle raccontare in Las leonas, presentato alla 79a edizione della Mostra d’arte cinematografica di Venezia, alle Giornate degli autori, Notti veneziane. La macchina da presa sa raccontare, con il gioco tra campi medi e primi piani da una parte e campi lunghi dall’altra la fatica del lavoro e la forza, l’adrenalina che emerge quando si trovano sul campo, come spiegano bene le due registe ai nostri microfoni, sottolineando come la chiave dell’ironia fosse l’unica possibile per raccontare questa storia e, aggiungiamo noi, l’unica per non cadere nei soliti racconti un po’ retorici sulle donne e gli uomini migranti che vivono in Italia e non trovano, purtroppo, una perfetta integrazione. Sul campo, dove giocano sudamericane, marocchine, moldave, cinesi e italiane questo invece è possibile. Sul campo si incontrano culture diverse che sanno dialogare, incontrarsi nel piacere delle differenze. “La prima volta che le abbiamo viste sul campo è come se volassero dietro la passa. Il campo di calcio si era trasformato in un momento di riscatto sociale e rappresentava il raggiungimento di un desiderio difficile da trovare nella vita reale. Abbiamo voluto raccontare la sensazione di libertà e di gioia che ci hanno trasmesso”, precisano le autrici che avevano già firmato insieme la regia del corto Nel mare dove sono nata io nel 2013.

Per scegliere la coppa e per premiare le campionesse del campionato a 8 femminile internazionale (due piccole scene), Nanni Moretti che si è interessato da subito al progetto, quando era ancora in fase di scrittura e ha seguire le registe non tanto nella fase delle riprese ma soprattutto in quella del montaggio.

Dopo Venezia, il film sarà in sala dal 15 settembre per Academy Two.

giovanna barreca