#Venezia80 – Matarrese per L’expérience Zola

Alle Giornate degli autori all'80esima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, Gianluca Matarrese presenta L'expérience Zola tra teatro e vita, tra la Gervaise di Zola e la sua Anne. La nostra intervista al regista.
Intervista a Gianluca Matarrese a cura di Giovanna Barreca

L’assommoir, (l’ammazzatoio) fa riferimento al luogo dove gli operai, dopo una giornata di lavoro, si recavano per bere tutti insieme nella Francia di fine Ottocento. Il luogo era spesso fatiscente e al suo interno si creavano dei circoli viziosi di dipendenza, di decadimento fisico e mentale. Zola adottò questo come titolo per il suo libro del 1877, incentrato proprio – come scrisse lo stesso autore nella prefazione: “sul popolo, perché abbia lo stesso odore del popolo. I miei personaggi non sono cattivi ma soltanto ignoranti e corrotti dall’ambiente corrotto e dalla miseria in cui vivono”. Protagonista è la lavandaia Gervaise che, abbandonata dal compagno, si innamora del vicino di casa Copeau fino a quando – a causa di un incidente che lo costringe a un periodo di inattività e a gravi problemi fisici -, l’uomo non cerca consolazione nell’alcol, diventandone dipendente.

Quando Anne Barbot, regista teatrale  decide di adattare il libro di Zola per il palcoscenico, riservandosi il ruolo di Gervaise, per il regista torinese Gianluca Matarrese, amico di studio della regista/attrice presso l’ École internationale de théâtre Jacques Lecoq, è sembrata la cosa più naturale del mondo iniziare a filmarla mentre concludeva il trasloco, dopo il divorzio dal marito, fino a quando la vita reale di Anne e quella di Gervaise (che si legame con Ben, un Copeau di oggi) si sono quasi sposate uno all’altra, su un confine che  si è ridotto sempre di più tanto che, per uno spettatore che non conosce a memoria il testo di Zola, vedendo L’experience Zola, è difficile distinguere le parole di Anne da quelle del suo personaggio Gervaise.

L’experiénce Zola presentato alle Giornate degli autori all’80esima Mostra d’arte cinematografica di Venezia, riporta Matarrese a Venezia dove  il suo corto Pinned Into a Dress aprì, proprio l’anno scorso la Sic.  E come afferma anche nella nostra intervista, ad affascinarlo è stato soprattutto il processo creativo del teatro che si sposa con quello della vita dove l’autore inserisce la macchina da presa come spettatore attento.

 

giovanna barreca