A single man a Venezia

12/09/09 - In attesa della premiazione ufficiale, a Venezia sono passati gli ultimi due film in concorso...

Venezia 66: il concorso chiude in bellezza con “A Single Man”, dramma crepuscolare di Tom Ford, e con l`estremo realismo di “Lola” di Brillante Mendoza, secondo film “a sorpresa” in gara

(Dal nostro inviato Massimiliano Schiavoni)

a-single-man212/09/09 – In attesa della premiazione ufficiale, a Venezia sono passati gli ultimi due film in concorso. Oltre a “A Single Man” di Tom Ford, ampiamente annunciato e circondato da molta curiosità , è stato programmato anche il secondo “film a sorpresa”, “Lola” di Brillante Mendoza, autore filippino appena reduce dal premio per la regia all`ultimo Festival di Cannes per “Kinatay”, il suo film precedente. Una chiusura in grande spolvero, che allinea un commovente dramma ben interpretato da Colin Firth, a un dramma sociale declinato secondo le regole del realismo più estremo. Com`è noto, Tom Ford viene da tutt`altre esperienze. Occupatosi finora di moda per grandi firme internazionali, Ford è passato negli ultimi anni all`esperienza della produzione cinematografica, per esordire poi dietro alla macchina da presa con questa trasposizione di “A Single Man”, un importante romanzo di Christopher Isherwood del 1964, pietra miliare del movimento di liberazione gay. Il film che Ford ne ha tratto è un`opera onesta, palesemente sentita e commossa, sorretta da una grande prova attoriale di Colin Firth. Narrando una sola giornata nella vita di un professore universitario gay, colto nella dolorosa elaborazione del lutto per la perdita del suo compagno, il neo-autore cinematografico non padroneggia saldamente tutta la materia narrativa, ma scavalca ogni momento di defaillance con l`evidente sincerità  della sua ispirazione. La confezione è elegante, super-elegante, qua e là  persino “troppo elegante”, con vari scivoloni di gusto nella qualità  fotografica, che spesso rasenta l`artificiosa raffinatezza di un servizio di Vogue (i flashback, soprattutto, sono debolissimi e infelici). Certe sottolineature sono ingenue e un po` rozze: si veda il ridondante dettaglio su occhi e bocche dei vari personaggi oggetto di attrazione del protagonista, o altri ridicoli dettagli di gusto pubblicitario, come il volo del gufo nel finale. Così come, in ambito narrativo, il finale è sfasato, e totalmente contraddittorio col resto dell`opera (non doveva trattarsi del ritorno alla vita di una persona ferita tramite l`elaborazione del lutto? Eccessiva fedeltà  al romanzo o lettura equivoca del romanzo?). Ma “A Single Man”, in sostanza, è un dramma crepuscolare all`americana per attori, e come tale funziona piuttosto bene. Colin Firth dà  forse la sua prova migliore in carriera fino a questo momento, e tutti gli altri che si dispongono a coro intorno a lui risultano perfettamente funzionali, a cominciare da una splendida Julianne Moore in un cameo da gran diva. Una Coppa Volpi per Colin Firth sarebbe più che meritata.

Brillante Mendoza, invece, ha presentato un dramma sociale, che tramite la vicenda privata di due anziane signore, unite da un crimine che coinvolge i loro rispettivi nipoti, tenta il quadro sociologico, se non antropologico, in una chiave assolutamente umile e parziale. In “Lola” il realismo di Mendoza è estremo, ma non perchè mostri particolari violenze o atrocità . E` estremo perchè si pone al lento e continuo pedinamento (perlomeno in tutta la prima parte) delle due protagoniste, alternandone le storie secondo linee diegetiche a un passo dal documentario in tempo reale. La drammatizzazione è ridotta al minimo, tanto che molte sequenze esulano da una reale necessità  narrativa, e sono funzionali a un`ulteriore definizione della realtà  in cui si muovono i personaggi. Nella seconda metà  il film si fa leggermente più tradizionale, la narrazione appare un minimo più organica e convenzionale, ma il cinema di Mendoza costituisce uno degli esempi più compiuti di “cinema che parla solo tramite se stesso”, lontano dal didascalismo e dalle ridondanze. Mendoza non cerca messaggi nè reali conclusioni. Opera, ovviamente, scelte nell`assemblaggio dei suoi materiali visivi, ma da tali scelte non traspare mai una tendenza. Una forma di profondo rispetto per i suoi personaggi, che l`autore chiude in uno sguardo puro e senza filtri. A domani per la premiazione.