Camera Oscura

10/11/08 - Tutti (spero) conoscono la storia di “Alien”: in un avveniristico futuro, l`astronave Nostromo riceve...

(Rubrica a cura di Andrea Iannone)

ALIEN – di Ridley Scott

“In space, no one can hear you scream”
– featurette promozionale 1979 –

camera-oscura-interno.jpg10/11/08 – Tutti (spero) conoscono la storia di “Alien”: in un avveniristico futuro, l`astronave Nostromo riceve un SOS. Esplorato il luogo d`origine della trasmissione, viene lasciata la porta aperta a un mostro, il quale seminerà orrore e morte tra i sette membri dell`equipaggio. Una perfetta trama da B-movie che, sebbene scritta con l`intenzione di crearne uno, è trasformata dalla maestria dei realizzatori in capolavoro assoluto. Per convenzione è catalogato nel genere fantascienza. A mio parere, però, le componenti “orrorifiche” sono così forti da poterne giustificare l`inserimento nell`horror, di cui riprende i topoi. Chiamandolo, per compromesso, “fanta-horror”, trascuriamo la parte “fanta-” e concentriamoci su quella “horror”. Il primo punto da analizzare è l`ambientazione. Partendo da idee prese dai fumetti del francese Moebius e rielaborati nei disegni del concept designer Rob Cobb, sono stati costruiti gli interni della Nostromo, concepiti come un enorme complesso industriale; una labirintica, disorientante e opprimente fabbrica della paura. Mentre l`alien bracca i pochi membri dell`equipaggio, disagio e claustrofobia nascono spontaneamente nello spettatore. Queste due sensazioni sono fondamentali per generare un buon film horror. La tensione emotiva cresce più sono ristretti gli spazi sullo schermo. Lo spettatore sulla poltrona deve sentirsi in una morsa. Tutte le pellicole horror più riuscite riescono a creare quest`effetto (“The Descent” è un altro perfetto esempio). Un altro topos è il fatto che l`astronave Nostromo si trovi sperduta nello spazio più profondo. La lontananza da qualunque forma di soccorso suscita un`angoscia infinita. Infatti, un modo ottimo di realizzare un horror esemplare è abbandonare i personaggi del film in luoghi solitari. Quante volte abbiamo visto il vecchio casale abbandonato, la selvaggia foresta montana, l`isolato motel per sfortunati passanti? Il numero dei personaggi, poi, deve essere ridotto: meno sono, più il pubblico vi rimane affezionato. Riassumendo brutalmente, “Alien” è una riproposizione in chiave fantascientifica di una classica storia horror: in un posto remoto, un cattivo vuole uccidere i protagonisti.

Ma ridurre a questo la pellicola in questione è una bestemmia. Fino ad adesso si è trascurato un aspetto fondamentale: il valore artistico del film e il lavoro di R. Scott e H.R. Giger. Il primo costruisce un universo talmente realistico che siamo succhiati dentro all`azione. L`alien potrebbe sbucarci accanto in qualunque momento. La cura per i dettagli è maniacale, nulla è fuori posto. Ogni componente visiva è funzionale ad accrescere la paura, soprattutto l`uso accentuato del controluce. Figure nere ritagliate su sfondi di luce artificiale, diffusa tra dense nubi di fumo che misteriosamente avvolgono gli ambienti. Questo sottrarre alla vista ciò che è nell’inquadratura è la forza del film, basato sulla paura dell`ignoto. Non-mostrare (dell`arte del non-mostrare avrò modo di parlare meglio con “Lo Squalo”): sia l`astronave nella completezza della sua struttura interna, che diventa apparentemente infinita e senza vie di fuga, sia la creatura, la quale assume un aspetto ancora più terrificante nella mente dello spettatore. E questo è solo uno dei modi in cui “Alien” gioca con l`inconscio dello spettatore. Il più efficace si ritrova in quest`alieno nato dai quadri inquietanti di un artista svizzero, Hansruedi Giger. Egli ha disegnato il non-umano nel film con riferimenti più o meno impliciti a una sfera perversa, che cogliamo forse non consciamente. Stilizzazioni di forme falliche e vaginali si susseguono in continuazione. Il relitto della navicella sul pianeta extraterrestre ha aperture a forma di genitali femminili e la bocca dell`alien è una chiara ripresa del membro maschile e se ne potrebbero citare altre decine. Questo lavoro arricchisce l`opera, che così assurge a classico non solo del genere horror o fantascienza, ma del Cinema. “Alien” comunica quello che ha da dire con un`immensa perfezione stilistica. àˆ uno dei migliori esempi di trama banale e, se si vuole, bassa, sublimata a un altro livello. E uno dei migliori spaventi di tutti i tempi.