Cannes: Another Leigh

17/05/10 - L’ultimo film di Mike Leigh, Another Year, presentato in Concorso a Cannes 63, è un...

Mike Leigh

L’ipocrisia sibillina approda sulla Croisette con il film di Mike Leigh “Another Year”

(Dal nostro inviato Alessandro Aniballi)

17/05/10 – L’ultimo film di Mike Leigh, Another Year, presentato in Concorso a Cannes 63, è un altro tassello di una cinematografia preziosa che prende l’essere umano e le sue debolezze come mistero da scandagliare in modo a volte anche ossessionante. Qui Leigh lavora sulla solitudine e sulla malinconia, mettendo al centro una coppia di borghesi maturi e apparentemente minuziosi nella cura dei rapporti umani (l’uno è geologo, l’altra è terapeuta) con un figlio dalla faccia fastidiosamente gommosa, un volto che rispecchia una vita agiata e senza preoccupazioni. Questa famiglia unita e felice accoglie senza problemi una collega della donna, Mary (che in realtà lavora in amministrazione), per poi però escluderla poco a poco nel momento in cui la donna, che ha superato i quarant’anni ed è dunque quel che si dice una zitella, mostra di avere troppe attenzioni verso il primogenito trentacinquenne. In realtà – ed è qui che si insinua una sottile quanto crudele ipocrisia – tutta la famiglia sta al gioco dell’infatuazione, fin another yearquando il bel giovane si fidanza con un’altra donna. Da quel momento in poi, Mary viene emarginata, anche in conseguenza di alcune gaffe e di una gelosia che non prova neppure a nascondere. Another Life è dunque un sadico gioco di caratteri, in linea con una lunga tradizione letteraria e cinematografica tipicamente british, e uno studio eccellente sull’ipocrisia, capace di far rabbrividire per come esplode senza mai manifestarsi apertamente. In ciò vale la linea guida del personaggio della donna depressa che all’inizio del film è a colloquio con la teraupeta: un mal di vivere che non riesce a esprimere, di cui non riesce a capacitarsi, ma che evidentemente è figlio della decisione inconscia di non voler più accettare le regole sociali. Come al solito in Leigh si può ammirare un’ottima perizia nella regia e nella fotografia, così come nella recitazione. Eppure il film non ha riscosso grandi consensi qui a Cannes.