Dorian Gray

27/11/09 - Nel rapporto secolare tra il cinema e il romanzo, specialmente nell’utilizzo dei classici, uno...

Vecchia storia, nuovi squallori

27/11/09 – Nel rapporto secolare tra il cinema e il romanzo, specialmente nell’utilizzo dei classici, uno dei testi più congeniali alla rappresentazione cinematografica per via della continua metafora del vedersi e del (non) riconoscersi è il capolavoro di Oscar Wilde, “Il ritratto di Dorian Gray”. E’ questo che deve aver pensato Oliver Parker nel realizzare questa nuova trasposizione del mito dell’eterna giovinezza, attualizzata nel linguaggio e nell’immaginario. Con risultati però molto discutibili.

dorian grayTrama ovviamente stranota: Dorian è un giovane libertino e viveur che, dopo essere stato immortalato in un ritratto magnifico, sacrifica la sua anima pur di rimanere sempre così bello come nel quadro. Ma attenzione a ciò che si desidera: se poi il dipinto invecchia e soprattutto diventa abietto al posto dello scellerato soggetto, gli eventi possono precipitare. Toby Finlay riscrive per l’ennesima volta questa storia straordinaria e assieme al regista realizza una versione che vorrebbe accattivare i giovani con l’horror e una presunta spregiudicatezza visiva, ma – a prescindere dalla riuscita degli intenti – rischia di irritare tutti gli altri. La riflessione wildiana sul rapporto tra interiorità ed esteriorità, tra etica ed estetica, tra morale e felicità, diventa un discorso sull’immagine come furto di realtà e d’identità, che sconta però la superficialità del suo autore, evidente per altro fin dalle prime immagini, con le sue scelte stilistico-linguistiche. I risvolti sessuali e bisessuali sono rozzi, il tono e l’atmosfera neo-barocche sono volgari, il linguaggio da film dell’orrore, specie nell’uso del sonoro, è banale.

E la causa di questi misfatti è da imputarsi tanto a una sceneggiatura raffazzonata nell’intreccio e sciatta nelle deviazioni, quanto a una regia grossolana nel cercare toni da slasher appena “raffinati” da mediocri effetti speciali. Ma soprattutto al casting infelice che scambia l’inerme Ben Barnes per un attore degno del ruolo di Gray e si permette di sprecare un attore come Colin Firth. E non è tanto il fatto che di questo adattamento non se ne sentisse il bisogno, quanto la spiacevole sensazione che sarebbe stato proprio meglio non vederlo.

(EMANUELE RAUCO)

Titolo originale: Dorian Gray
Produzione: Gran Bretagna 2009
Regia: Oliver Parker.
Cast: Ben Barnes, Colin Firth, Ben Chaplin, Rebecca Hall, Fiona Shaw
Durata: 112′
Genere: drammatico, fanta-horror
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita: 27 novembre 2009

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