Faccio un salto all’Avana

21/04/11 - Una commedia discontinua in una Cuba “cartolinesca” con un Brignano incerto e un Pannofino eccellente. Tra loro un'acerba Aurora Cossio.

Ascolta le interviste di RADIOCINEMA ai protagonisti del film:

  • il regista Dario Baldi
  • l’attore Enrico Brignano
  • l’attore Francesco Pannofino
  • l’attrice Aurora Cossio
  • l’attrice Isabelle Adriani
  • Distribuito da Medusa in ben 370 copie, Faccio un salto all’Avana punta sulla visibilità sempre crescente di Francesco Pannofino e sulla romanità scanzonata di Enrico Brignano per una commedia dai toni sentimentali d’ambientazione sud-americana. Se la vicenda in sé poteva avere un suo fascino e una sua immediata riconoscibilità nel solco della commedia all’italiana (due fratelli che si ritrovano a distanza di tempo in un luogo esotico e lontano rinfacciandosi torti passati e presenti), il modo in cui il regista Dario Baldi la racconta suscita qualche dubbio. La scrittura appare decisamente troppo frammentaria con intermezzi di comicità frivola consegnati nelle mani ancora troppo incerte di Enrico Brignano, una storia d’amore poco credibile tra lo stesso Brignano e il personaggio interpretato dall’acerba Aurora Cossio e un incipit romano decisamente fastidioso (recitato male dai personaggi secondari e basato su gag ampiamente usurate, come quella della moglie che non vuole lasciarsi sfuggire il momento propizio per una “fecondazione a comando”). Se ci sono delle qualità da ravvisare nel film vanno trovate principalmente nel ruolo del fratello cattivo e cinico interpretato dall’eccellente Francesco Pannofino che qui incarna una maschera tipica della nostra commedia: quella dell’imbonitore capace di ingannare chiunque e di risultare simpatico e allo stesso tempo scorretto in ogni occasione in cui appare in scena.

    Sullo sfondo di un’Avana reale ma evidentemente restituita con un sapore da cartolina (i cubani non fanno altro che ballare e cantare), Dario Baldi realizza un prodotto decisamente poco classificabile, in cui non si arriva alla comicità corriva di Una cella in due ma nemmeno si cerca di imitare il neo-classicismo chiuso su se stesso delle commedie di Brizzi&compagnia. Faccio un salto all’Avana appare piuttosto un film pieno di difetti, estremamente discontinuo, slabbrato dal punto di vista narrativo e visivo, poco incisivo anche negli aspetti potenzialmente più torbidi (la ragazza interpretata da Aurora Cossio viene presentata come un’ “esca” per i turisti, senza però essere mai tacciata di prostituzione), in cui però non manca un certo sentore di fascino dell’artigianato, dell’incompiuto e dell’irrisolto.

    ALESSANDRO ANIBALLI

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