Flussi seriali

10/12/09 - Si è conclusa proprio ieri sera la messa in onda italiana della seconda stagione della...

Flussi seriali – Percorsi e influenze odierne e vintage delle serie americane

Californication

(Rubrica a cura di Erminio Fischetti)

flussi-seriali10/12/09 – Si è conclusa proprio ieri sera la messa in onda italiana della seconda stagione della serie ”Californication”, in onda su Italia 1. Per fortuna. Showtime, il canale USA che l’ha prodotta, disolito vuole essere più anticonvenzionale nei temi trattati dalle serie televisive e soprattutto più sfrontato. ”Californication”, dopo ”Queer As Folk”, “The L Word”, ”Dexter”, ”Weeds”, ”I Tudor” ecc., si presenta solo apparentemente con una bella calibratura di questo stile, ma è destinato a deludere.

Le vicende di Hank Moody, scrittore newyorkese trasferitosi a Los Angeles per l’adattamento cinematografico del suo romanzo, sullo sfondo di una società superficiale, inetta e volgare come quella californiana, non graffiano come la madre spacciatrice nel quartiere suburbano della provincia americana di ”Weeds”, o il tecnico della polizia serial killer di ”Dexter”. In fondo, le mascalzonate di un misogino, egoista e vigliacco come Hank nella peccaminosa città degli angeli, risultano spesso noiose, ripetitive e scritte piuttosto scialbamente, specie nella seconda stagione, nella quale il presunto meccanismo narrativo già ha trovato il suo esaurimento. Infatti, la serie creata da John Kapinos sfrutta elementi narrativi composti di situazioni inverosimili e volgari sviluppate solo per creare l’effetto gratuito della risata godereccia e una insana qualità che rasenta il kitsch, come accade dalla quarta stagione di ”Nip/Tuck” in poi per intenderci. La critica, inoltre, è solo apparentemente feroce verso quel mondo descritto, in realtà non disdegna un pizzico di autocompiacimento nel presentarci tutta una galleria di personaggi che non fanno altro che apparire patetici e sopra le righe. Hank di per sé si lamenta del mondo in cui vive, ma è il primo che cade in quei medesimi errori, cosa che sicuramente lo rende umano, ma anche estremamente e inutilmente caricato.

californicationSe nella prima stagione, la tensione e la narrazione tengono abbastanza per mezzo di un intreccio amoroso complesso (Hank annoiato si concede del sesso compulsivo perché gli manca la madre di sua figlia, a sua volta impegnata con un uomo più solido e maturo di nome Bill, che ha una figlia di sedici anni di nome Mia con la quale Hank è ”accidentalmente” andato a letto), nella seconda, nella quale Hank è finalmente riuscito a conquistarla, la narrazione procede a singhiozzi, puntando invece sulla crisi coniugale dell’agente di Hank e del rapporto fra la sua moglie cocainomane e una pornoattrice palesemente ”oca” (perché le attrici porno devono sempre essere descritte come delle stupide?). La storyline ovviamente non regge, cosìo a metà stagione, senza un motivo apparentemente valido, il nostro protagonista viene lasciato dalla donna dei suoi sogni e torna di nuovo a fare lo scavezzacollo senza alcuna remora o impedimento. E così si ricomincia da capo, ma in questo caso il flusso linguistico della scrittura si è definitivamente rotto e il patto con lo spettatore spezzato.

(ERMINIO FISCHETTI)

Californication
Titolo originale: id.;
Interpreti: David Duchovny, Natasha McElhone, Madeline Martin, Madeline Zima, Evan Handler, Pamela Adlon;
Produzione: USA, 2007- in corso;
Durata: 25’ circa x 36 episodi (3 stagioni);
Distribuzione originale: 13 agosto 2007;
Distribuzione italiana: Jimmy (prima stagione) Italia 1 (seconda stagione il mercoledì in seconda serata)