Fuoricampo

09/05/08 - Che Michel Gondry rappresentasse uno degli autori più eccentrici e geniali...

(Rubrica a cura di Laura Croce)

fuoricampo-interno.jpg09/05/08 – Che Michel Gondry rappresentasse uno degli autori più eccentrici e geniali nell`odierno panorama cinematografico, era ormai chiaro da tempo. Con Be Kind Rewind il regista francese ha confermato questa tendenza, dimostrando, allo stesso tempo, di poter essere tremendamente originale anche senza bisogno di trame ingarbugliatissime o di sfrenato onirismo. Il suo ultimo film semmai, è un`apoteosi del cinema come sogno collettivo, che prende vita quando gli spettatori si proiettano con tutta la loro personalità e le loro aspettative all`interno di una pellicola. Questo avviene normalmente; ogni volta che ci si pone davanti al grande schermo, nella mente si innesta inconsapevolmente una gran quantità di processi identificatori, empatici ed ermeneutici, tutti capaci di trasportare chi guarda in un universo di celluloide da esplorare nella sua virtuale ricchezza. Gondry ha pensato bene di esplicitare questo fenomeno (che poi è alla base del centenario piacere di fare e vedere cinema), mettendolo al centro della sua incredibile opera.

Be Kind Rewind, infatti, altro non è che un film in cui tutti i personaggi appartenenti a una realtà in apparenza “normale” – quella di una cittadina poco distante da New York – vengono progressivamente coinvolti nella passione per il cinema da un gestore di videonoleggio e dal suo amico scapestrato. Pian piano tutto comincia a trasformarsi in film: le strade diventano set, mentre gli abitanti si fanno sempre più interpreti di un unico grande sogno di celluloide, quasi a ricordare che l`anima del cinema sono gli esseri umani, non i profitti o i mega effetti computerizzati. Non a caso, in Be Kind Rewind Gondry conferma la sua passione e l`abilità nella creazione di stratagemmi semplici e artigianali, capaci di rendere un film davvero speciale e visivamente ricchissimo (tanto per fare un esempio, girando il remake molto low budget di Ghostbusters, per ricreare i famosi raggi usati dagli Acchiappafantasmi i protagonisti usano dei festoni colorati legati ad un gancio per farli muovere).

La narrazione, a differenza delle precedenti opere del regista francese, è insolitamente lineare e poco confusa. L`unico elemento estraneo sono delle immagini in bianco e nero stile mocumentary, che poi si riveleranno fondamentali flashforward, aggiungendo al film quel tocco di complessità in più, proprio dei veri capolavori. Tra citazioni, rimandi e rappresentazioni metatestuali del piacere di fare film, Be Kind Rewind è senza dubbio una delle migliori pellicole sul cinema, soprattutto in tempi confusi come questi, dove sempre più pochi si ricordano di ciò che sta dietro agli effetti speciali o alle montagne di pop-corn all`ingresso dei multiplex.