Obama, Gitai e Webb

05/08/09 - "Marching Band" di Claude Miller, Hèlèna Cotinier, Pierre-Nicolas Durand - "La guerre des fils de ...

“Marching Band” di Claude Miller, Hèlèna Cotinier, Pierre-Nicolas Durand – “La guerre des fils de lumière contre les films des tènèbres”di Amos Gitai – “500 days of Summer” di Marc Webb

(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)

05/08/09 – Al nostro arrivo, martedì sera, la piazza Grande era affollatissima per il film che il festival offre alla città  gratuitamente, come evento speciale pre-apertura. Così, il giorno del compleanno del presiente degli Stati Uniti, Barak Obama, è stato proiettato “Marching band” di Claude Miller. L`orchestra universitaria di una dei più antichi atenei americani, una volta scuola ghetto per gli americani di colore, è diventata il set e l`ottimo punto di osservazione della campagna elettorale americana 2009 e della voglia dei giovani americani di cambiare il corso della storia. Non neghiamo che il film coinvolga e ingenuamente faccia` desiderare di essere un giovane americano oggi, anche se, come titolava un editoriale di Lucia Annunziata di questa mattina: “le zucchine della first lady sono inquinate e alcune promesse elettorali di Obama, purtroppo, devono far i conti con la realtà”.

E poi il grande inizio ieri sera con “La guerre des fils de lumière contre les films des tènèbres”di Amos Gitai, una delle sue migliori sperimentazioni: unione di cinema, teatro e letteratura. gitaigrande “Una montagna circondata da gole che scoraggia chi vuole guardarci dentro”. Il 7 luglio 2009 delle cave vicino ad Avignone, il regista israeliano mette in scena la caduta della fortezza di Masada, che nel 70 d.C. segnò la sconfitta dei patrioti ebrei e il trionfo di Roma. Affida al corpo e all`espressività  di Jeanne Moreau il ruolo di Flavio Giuseppe, lo scrittore della cronaca “Guerra giudaica” (I secolo) raccontata: “Ho scelto questa location perchè il dramma dello stato ebraico che perse la sovranità  in una guerra contro i romani trova qui una scenografia e un senso come non mai” dichiara il regista durante la presentazione in piazza Grande. L`autore, Flavio Giuseppe, era un reporter, autore di una storia concreta che purtroppo ci riporta alla realtà  dell`Israele di oggi in eterno conflitto con i palestinesi: “preferirò la morte alla schiavitù…Ciò che lo spirito lascia favorisce e vive quindi nessuna anima verrà  lasciata ai romani. Perchè sopravvivvere come schiavi? – Il ruggito delle fiamme si mescolava col gemito di chi cadeva. Gli uccisi superavano il numero degli uccisori”.

Ad aprire la serata però c`era “una commedia romantica, di sviluppo, di educazione. E post-femminista”, così l`hanno definita Marc Webb, regista, e Michael H. Weber, sceneggiatore di “500 days of Summer”. Lo definiscono un film su amori ingenui, vergini e di come, quando siamo giovani, siamo in grado di devastarci e trovare l`ironia giusta per farlo. Evidenti dai primi fotogrammi le loro dichiarate passioni cinematografiche per Allen e Crowe. “Abbiamo messo insieme le storie degli amori che ci hanno un po` distrutto l`adolescenza e abbiamo capito che c`erano delle cose raccontabili”. Questa è la genesi di questa storia ambientata a Los Angeles, dove un trentenne di nome Tom lavora come autore di sdolcinati biglietti di auguri non credendo di poter fare davvero ciò che ama, cioè l`architetto. Il giorno 1 arriva in ufficio la nuova segretaria del capo, una ragazza bellissima, ‘fuori dalla sua portata’, appena giunta dal Michigan. Grazie a passioni comuni per gli Smith e per il surrealista Magritte iniziano a frequentarsi.

I salti nel racconto dei 500 giorni della storia tra Summer (che senso avrà  perdere il divertente gioco di parole e tradurre per gli italiani il titolo in “500 giorni insieme”?!) sono una scelta fortemente voluta: “Volevamo un approccio non convenzionale ad una cosa che in apparenza può sembrare molto comune. E` uno sguardo soggettivo quello che raccontiamo, uno sguardo che si volta all`indietro per raccontare una storia finita e comunque, anche se non capiamo quando il personaggio decida di raccontarla, guarda al passato in termini positivi”. Joseph Gordon-Levitt e Zooey Deschanel (Tom e Summer)sono molti interessanti in questi due ruoli ai quali sicuramente non erano abituati, anche se il regista ha giocato sulla loro complicità , nata sul set di “Ragazzi difficili”. Il gioco che per ben 3 volte il regista fa` usando lo split-screen: “permette di mettere in contatto la vita che ti aspetti e che speri collivi con quello che accade, quindi divertimento e dolore”.

Marc Webb, alla sua prima regia di un lungometraggio, visti gli innumerevoli video-clip girati, ha fatto grande uso della musica e precisa: “Gli Smith aiutano a raccontare lo sviluppo sentimentale di questa storia: alcuni dei loro testi sembravano essere stati scritti per il film perchè ‘informano’ la scena, dicono delle cose che semplificano i dialoghi”. Ha portato le canzoni anche sul set per far capire a tutti gli attori coinvolti quale approccio dovevano avere a quella determinata scena.