Roma: Kill Me Please

05/11/10 - "Kill Me Please" di Olias Barco racconta la morte con un ghigno tragico e irrefrenabilmente divertente...

“Kill Me Please” di Olias Barco racconta la morte con un ghigno tragico e irrefrenabilmente divertente

(Dal nostro inviato Alessandro Aniballi)

05/11/10 – Ben vengano le sorprese positive e eccentriche! È il caso di Kill Me Please di Olias Barco, film selezionato con un certo coraggio nel Concorso ufficiale al 5° festival internazionale del film di Roma. Si è al cospetto di un tema quasi da realtà distopica poiché vi si immagina una clinica in cui viene praticato il suicidio consapevole e in qualche modo umano, visto che il primario adotta la politica del suicidio “pulito”, quello fatto con un semplice veleno, piuttosto che con la barbarità del sangue (taglio delle vene o colpo di pistola alla testa) o del soffocamento per gas e altro ancora. I degenti quindi si fanno ricoverare con lo scopo di dover e voler morire, sempre con la possibilità naturalmente di poter esprimere un ultimo desiderio. L’attività della clinica però ad un certo punto si incepperà a causa dell’intervento di un gruppo di paesani che non sopportano di aver come vicini degli esseri umani dediti al culto (moderno e laico) della morte. Kill Me Please, girato in uno splendido e allucinato bianco e nero, non è una riflessione sull’eutanasia quanto piuttosto sulla morte e sull’istinto naturale di sopravvivenza; è l’amaramente divertita constatazione che il morire è un passaggio distruttivo incontrollato. Difatti, i progressi della scienza o l’avanzamento culturale e sociale e civile (la clinica è persino finanziata dallo Stato) non potranno mai imbrigliare la nostra scomparsa dalla terra e il farsene carico è una pia illusione.

Il film di Olias Barco racconta dunque la massima aspirazione dell’uomo, quella di poter accettare serenamente l’ultimo atto della sua esistenza, sino a verificarne la tragica e ridicola impossibilità; e allora Kill Me Please tende progressivamente e giustamente al cupio dissolvi: quando si muore non vi è ritorno…eppure qualcosa è possibile fare. È possibile farne dell’ironia, divertirsi di fronte alla fine. È quel che fa Kill Me Please, riuscendo nell’incredibile impresa di farci scoppiare a ridere di fronte a un uomo che scappa in un bosco e viene freddato da un cecchino con un glaciale colpo alla testa.