Sanctum 3D

11/02/11 - Il 3D riscopre le sue origini e torna al B-movie. A produrre è James “Avatar” Cameron...

Il 3D riscopre le sue antiche origini e torna al B-movie con “Sanctum 3D”, alla regia troviamo il carneade Alister Grieson, ma a produrre è “Mr Avatar” James Cameron

11/02/11 – Vittima di un perfezionismo tecnico ossessivo-compulsivo, James Cameron rischia di assestare una battuta d’arresto alla sua filmografia da regista, per andare invece a rimpinguare quella da produttore (sono già 24 i titoli prodotti, contro i 20 diretti). In attesa di vedere dunque le nuove mirabolanti fantasmagorie del regista statunitense (sono previsti Avatar 2 e 3), aspettiamoci una serie di pellicole “presentate da” o “prodotte da” James Cameron, magari con il suo nome stampato a caratteri cubitali su locandine dalla grafica simil-Avatar.

È questo il caso di Sanctum 3D, pellicola firmata da Alister Grierson che vede il coinvolgimento di Cameron come produttore esecutivo al fianco del sodale Andrew Wight, l’esploratore subacqueo già sul set dei documentari Ghost of the Abyss, Affondate la Bismarck e Aliens of the Deep, da noi usciti solo in DVD. Girato con il Cameron/Pace Fusion 3D Camera System (un brevetto, ça va sans dire, dello stesso Cameron), ovvero una tecnologia che consente di realizzare riprese 3D con una HD Cam, Sanctum presenta però un ingente quantitativo di fuorifuoco, che non sembrano affatto frutto di una scelta stilistica. La trimensionalità poi, se si eccettua una bella sequenza finale con “bolle d’aria” natanti, si limita a un’accentuata profondità di campo, mentre negli esterni si fa notare la presenza costante di fogliame semovente in primo piano, effetto già visto, ma con ben altra definizione d’immagine, in Avatar.

Ma veniamo ai contenuti. B-movie dall’intreccio assai classico, ma dalla scrittura dialogistica risibile, Sanctum 3D ci trascina in un sistema di grotte sotterranee inondate d’acqua, dove una squadra di avventurieri ingaggia una sfida senza paura contro la natura e contro i propri stessi limiti. La posta in gioco è alta: la vita in cambio dell’onore di arrivare dove nessun essere umano è stato prima. A guidare il manipolo di folli speleologi subacquei troviamo il navigato guru Franck (un roccioso Richard Roxburgh), accompagnato dal riluttante figlio adolescente Josh (Rhys Wakefield). Le motivazioni del nostro eroe lasciano un po’ a desiderare: dal momento che non si trovava a suo agio con l’inquinamento e il mutuo da pagare, Franck ha deciso di dedicare la propria vita alla scoperta di caverne sotterranee vergini. Ambizioso, altruista, disposto a somministrare la dolce morte a chiunque sia destinato a un decesso inutilmente doloroso, Franck è il classico macho che ha trascurato la famiglia e la civiltà per inseguire le proprie chimere. Questioni etiche e conflitti familiari (padre/figlio) si susseguono, intervallati da una contrapposizione morale che vede più volte scontrarsi il duro e puro Franck con il viziato mecenate dell’esplorazione Carl (Ioan Gruffudd), ansioso soprattutto di apparire in copertina sul National Geographic.

Intrappolati anche noi tra doline, stalattiti, manometri e lunghe fasi di decompressione, assistiamo a ripetuti alterchi tra personaggi malamente abbozzati (ci sono anche la spalla comica, la fidanzata inesperta e l’indigeno buono destinato a una precoce morte), mentre un senso di claustrofobia ci pervade, un po’ perché vorremmo vedere i personaggi uscire a riveder le stelle, un po’ perché vorremmo che questo avvenisse al più presto, in modo da poter riemergere anche noi dall’oscura cavità della sala cinematografica. A incrementare il nostro desiderio di fuga ci pensano poi i dialoghi, a dir poco imbarazzanti, che intercorrono tra i personaggi. Si passa da auliche citazioni tratte dal poema Kubla Khan di Coleridge a espressioni colorite e misteriose del calibro di “Il tuo culo è così rigido che quando scorreggi ti sentono solo i cani”, passando per domande dal tenore più ontologico come “perché siamo speleologi Josh?”.

Negli States Sanctum sta facendo registrare un discreto successo di botteghino, segno che quel nome sulla locandina è una trovata di marketing infallibile, ma di certo la delusione per chi si aspetta qualcosa che riecheggi anche solo alla lontana i fasti dei blockbuster firmati da Cameron, sarà cocente. Quanto al pubblico italico, sempre più diffidente nei confronti del 3D (si vedano i flop di I fantastici viaggi di Gulliver e The Green Hornet), non è certo da biasimare se preferirà dedicarsi alla commedia nostrana, che prevede un costo del biglietto d’ingresso più contenuto (il prezzo per i film in 3D è aumentato ) e risate assicurate. Per i reduci del post-Avatar, in trepidante attesa di un film a tre dimensioni che sposti davvero più in là i confini del visibile, c’è ancora da attendere.

DARIA POMPONIO

Titolo originale: Sanctum
Produzione: USA, Australia 2010
Regia: Alister Grierson
Cast: Richard Roxburgh, Rhys Wakefield, Alice Parkinson, Dan Wyllie, Ioan Gruffudd
Durata: 109′
Genere: azione
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita: 11 febbraio 2011

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Sanctum 3D, trailer: