Sguardi sonori

17/02/09 - Come potrà essere il film d’esordio di un affermato stilista? Elegante, raffinato e...

Sguardi sonori – A Single Man
Elegia di una vita grigia

(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)

17/02/09 – Come potrà essere il film d’esordio di un affermato stilista? Elegante, raffinato e stylish: grazie al cielo, il debutto nel cinema di Tom Ford non prende questi tre aggettivi nel loro senso più corrivo e deteriore e parte da lì per creare un film sorprendentemente visivo e cinematograficamente interessante: e che fa della cura del dettaglio un’arma importante. Tra questi “dettagli” c’è ovviamente la musica.

sguardi-sonori-interno.jpgPer dare forma sonora al suo film, Ford sceglie Abel Korzeniowski, compositore polacco ancora poco conosciuto e sfruttato a Hollywood, che proprio con questo film ha la sua prima ribalta (nomination al Golden Globe): e per ripagare la fiducia del regista, il compositore sceglie di sottolineare e accompagnare con ampi tappeti la ricerca di quel metaforico colore che segna la vita del protagonista, usando soprattutto archi, in particolare violini e violoncelli, e un ritmico piano, aggiungendo poi alla partitura qualche tocco esterno. La partitura originale segue con delicatezza e sottile disperazione gli stati emotivi del protagonista, e l’iniziale Stillness of Mind, con le fugaci apparizioni dei flauti, ci dice già tutto, procedendo tra aperture ritmiche e timbriche inaspettate (Snow) e più ampi brani di pura malinconia (Going Somewhere, retta dal piano) fino alla conclusiva e straordinaria Clock Tick dove i rumori interagiscono sonicamente con l’orchestra; ma anche i contributi esterni sono notevoli, soprattutto nei brani addizionali di Shigeru Umebayashi che placa il modernismo da camera di Korzeniowski con brani più classici e avvolgenti, come già dimostrato nelle partiture per Wong Kar-wai, e nelle canzoni, come il classicissimo Stormy Weather di Etta James.

Colonna sonora ricca e profonda, che accompagna un film tanto più cupo e triste quanto più si avvicine alla luce a al colore, e che attraverso l’alternanza di composizioni tese e altre più melanconiche, sa commuovere lo spettatore e farlo vibrare con il personaggio: complimenti a Korzeniowski, che speriamo di riascoltare presto.