Si può fare

31/10/08 - ''Il primo approccio avuto è stato quello con la sceneggiatura che ho trovato...

31/10/08 – ”Il primo approccio avuto è stato quello con la sceneggiatura che ho trovato subito bellissima. Mi ha emozionato moltissimo l`ultima pagina dove si sottolineava che si tratta di una storia vera!” esclama Claudio Bisio, protagonista e ”spalla” di 15 ”picchiatelli” in ”Si può fare” di Giulio Manfredi, in uscita venerdì 31 ottobre in 100 copie. Nella Milano anni `80, Nello (Claudio Bisio) è un sindacalista con forti valori etici, appassionato di modernità – terziario. Troppo avanti per quegli anni, viene allontanato e mandato a dirigere una cooperativa di ex malati mentali appena dimessi dai manicomi (lager) per l`entrata in vigore della legge Basaglia. Trova una realtà dove ”si produce elemosina” perchè i soci non hanno una vera occupazione e, credendo nella dignità del lavoro, cerca di spingerli ad imparare un mestiere. Ne propone diversi e da buon talent scout intuisce le diverse propensioni: ”Si può fare” -risponde ad ogni proposta avanzata durante la prima riunione della cooperativa. E` un personaggio che non fa scelte scontate. Decide di portare il disagio nel mercato: ”Mentre si coltivano grandi utopie si può cercare di trasformare il quotidiano”, ribadisce Bisio. In questo ”viaggio degli eroi” molti saranno gli ostacoli per riportare gli esclusi ad una vita normale fatta di desideri ”rivoluzionari”: casa, amore, sesso. ”Lei non li motiva, li illude. Non tutti sono pronti per il confronto con la realtà” sentenzia il dottor Del Vecchio a Nello.

Con Fabio Bonifacci prima di scrivere la sceneggiatura Giulio Manfredonia ha visitato la cooperativa Noncello di Pordenone (nata in questi anni) e frequentato a lungo un centro di igiene mentale vicino a Milano: ”i quasi due anni d`incontri sono stati la fonte del lavoro di scrittura prima e di regia poi. Dovevamo creare personaggi credibili. Questa era la vera sfida. Ci siamo dati l`impegno di prendere visi di attori non molto conosciuti ma con un potenziale. E poi abbiamo iniziato la preparazione ai provini con esercitazioni border-line, chiedendo agli attori di lavorare per prepararsi a dei ruoli che poi forse, come è accaduto con molti, non avrebbero interpretato. Questo ha dell`incredibile”. Altra fonte d`ispirazione è stato ”Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Milos Forman: ”Abbiamo trovato un making off dove veniva mostrato il modo di lavorare su questo tipo di situazione” ricorda il regista. Molto bello anche il modo di tratteggiare il personaggio di Sara (Anita Caprioli), una donna molto forte che vuole affermarsi sul lavoro e nella vita, come negli anni `80 iniziavano a desiderare alcune italiane, e che ”ricerca il suo riscatto, una sua individualità , e vuole fare arrivare il suo essere donna”. La forza di una pellicola delicata e originale che emoziona, sta nella linea sottilissima tra follia e non follia: ” rispecchiarci in queste schede di malattie mentali ci ha fatto indagare su elementi che sono presenti in tutti noi presunti normali. Il cervello è un filo di capello” dichiara Giovanni Calcagno, uno degli attori-picchiatelli.

(Giovanna Barreca)