Videocracy: parla Gandini

04/09/09 - Una fila infinita da grande evento ha caratterizzato l`unica proiezione di uno dei film più ...

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(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)

videocgrande0104/09/09 – Una fila infinita da grande evento ha caratterizzato l`unica proiezione di uno dei film più attesi al Lido: “Videocracy”” di Erik Gandini evento speciale della settimana della critica e della giornata degli autori. “Parla dell`Italia degli ultimi 30 anni e del potere che la tv ha su di noi. Volevamo farvi `vedere` – afferma il regista pochi minuti prima della visione del doc che ha scritto e diretto – quello che è sotto gli occhi di tutti. Sono felice di essere arrivato a questa proiezione perchè il film è stato realizzato per questo momento, per essere visto dalle persone e non per essere oggetto di tante polemiche”. In Italia lo spot che ne promuove l`uscita nelle sale da oggi, Mediaset, ovviamente (siamo arrivati a considerarla una cosa logica) in un paese dove il presidente del consiglio è proprietario di tale gruppo, l`aveva censurato, e poi con un decreto `orwelliano` anche la rai si è allineata sulle stesse posizioni. “Ho provato un grande senso di disagio alla notizia e ho capito che la tv deve essere esente da tutte le cose che possono far `spaventare` perchè parlare di veline e presidente è un conto, ma accostare l`immagine di Berlusconi con tante donne dello spettacolo è un altro”. Ed è proprio questo tipo di cultura televisiva che ha portato al potere di Berlusconi perchè il linguaggio della tv, delle immagini trasforma qualsiasi cosa. Le immagini hanno un`enorme potere.

Che cos`è Videocracy?
In una videocrazia la chiave del potere è l`immagine. In Italia solo un uomo ha dominato le immagini per 3 decenni. Prima magnate della tv, poi presidente, Silvio Berlusconi ha creato un binomio perfetto tra politica e intrattenimento televisivo, influenzando il contenuto della tv commerciale in Italia. I suoi canali televisivi, noti per l`eccessiva esposizione di ragazze seminude (il doc inizia con una delle prime immagini di spogliarello di una tv locale dove in un finto bar si intratteneva il pubblico con quiz telefonici e nudo), sono considerati da molti uno specchio dei suoi gusti e della sua personalità . Quindi il mio non è un doc politico ma di creazione e di ricostruzione di trent`anni di vita italiana attraverso l`accostamento delle immgini e l`analisi di tre presonaggi principali: il ragazzo che sogna di far parte del mondo della tv e smettere di fare l`operaio, il burattino Lele Mora che mantiene una costante pulizia (pur indagato è stato assolto da tutte le accuse) perchè troppo in alto, e il figlio ribelle, Fabrizio Corona.

Com`è nata l`idea di un doc come questo da parte di un italiano che vive all`estero?
I miei amici di Stoccolma ridono dell`Italia. Io volevo fargli vedere che non c`è nulla da ridere. In Svezia, dove è già  uscito, è considerato l`horror movie dell`anno perchè è così lontano dalla loro normalità , dalla realtà . Da noi quell`idea lì invece è diventata una norma totalizzante.
Facendolo fuori dall`Italia (una delle produttrici è la Zentropa Entertainmente) ho avuto la libertà  di farlo come volevo.

Come hai lavorato alla struttura del doc? E` nato solo nel montaggio?
In un doc non puoi decidere cosa facciano i tuoi personaggi. Riprendi in modo istintivo e li lasci esprimere, cerchi di capirli. Io ho ripreso personaggi che sono tutti un prodotto di questo grande sistema. Mi faceva molta paura perchè con i loro gesti dicono qualcosa di più grande di loro stessi.

Ma il processo va in maniera alternata…?
La cosa più importante è un senso surreale, questa loro logica cinica, la morale di questo mondo, valori davvero orrorifici.
L`idea di questo mondo che si racconta da solo e volevo arrivasse al pubblico esattamente come l`ho vissuto io, senza indignazione ma con elementi più cinematografici per tirare fuori quello che sentivo. Io penso che se la cultura della banalità  sia sempre immagine, l`Italia dimostra come questa sua immagine sia una forza pericolosa.

videocgrande02Doc creativo. Doc di scoperta per quanto ci fosse un`idea forte, forse avevi materiale che non ti aspettavi?
Certamente il rapportarmi con Corona mi ha creato molta angoscia perchè penso che sia più pericoloso del berlusconismo che ha creato questo mondo. Corona è un`evoluzione di questo virus che ha sviluppato anche dei potenti anticorpi. Perchè Berlusconi c`è anche quando non si vede. Il film è stato finito prima degli scandali di quest`estate e la mia impressione con Corona è quella di essermi rapportato con un uomo che ha un disagio. Non so quanto giochi con se stesso ma lui è andato oltre, non ha alcuna moralità  e gli sembra normale affermare che `ruba ai ricchi per arricchire se stesso`. Esprime e capitalizza la sua idea di sincerità . E` terribile.

Non temi di essere tato usato da Corona?
Vuole essere il ribelle politico perchè in Italia lo scontro non è più tra chi sta a destra e chi sta a sinistra, ma tra chi sta in tv e quelli che non ci sono. Non c`è nulla di reazionario in lui. Rientra in un`esposizione senza limiti che a me fa paura!

Il senso di disagio, di `vomito` è forte alla fine del doc…

Spero che questa sia la reazione di tutti. Se la tv è lo strumento più forte impariamo ad usarla per dire quello che dobbiamo dire. E riprendendo una cosa saggia detta dal mio figliolo di tre anni e mezzo: “Al cinema si può solo guardare in avanti”.

Il doc distrubuito in 70 copie da oggi dalla Fandango di Domenico Procacci, si conclude con un paio di didascalie che purtroppo tutti conosciamo: l`Italia è al 77° posto per la libertà  di stampa e per l`84% degli italiani la tv è la maggior fonte di informazioni.