Al via il 66/esimo Festival di Cannes

Baz Luhrmann, i fratelli Coen, Nicolas Winding Refn e il nostro Paolo Sorrentino, sono solo alcuni degli appetitosi ingredienti in menù alla 66/esima edizione del Festival di Cannes, di scena dal 15 al 26 maggio.

Se esiste davvero una Festa del Cinema, si svolge ogni anno a fine maggio sulla Croisette. Giunto alla sua 66/esima edizione il Festival Cannes di scena nella cittadina costiera francese dal 15 al 26 maggio proporrà anche quest’anno una grande abbuffata per cinefili e addetti ai lavori di quanto di meglio propone al giorno d’oggi il cinema mondiale. Si tratterà dunque di un’edizione ancora una volta ricchissima di vecchi e nuovi talenti, star hollywoodiane e non, che non macherà di mantenere alto il buon nome dell’evento. Come promette l’apertura della kermesse, affidata ad uno dei titoli più attesi della stagione Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann, rivisitazione pop – come è nelle corde dell’autore di Romeo + Giulietta e Moulin Rouge – del celebre romanzo di Francis Scott Fitzgerald con Leonardo DiCaprio e Carey Mulligan. La pellicola fa da apripista per una delegazione statunitense composta di anteprime altrettanto attese e sulla carta di altissimo livello. Di americano ha in realtà soltanto la sua star principale (è una coproduzione franco-danese ambientata a Bangkok) Solo Dio perdona nuovo film di Nicolas Winding Refn con protagonista quello che possiamo definire oramai come il suo attore feticcio, ovvero il lanciatissimo Ryan Gosling. Ci saranno poi i Fratelli Coen con Inside Llewin Davis, storia di un musicista che prova a barcamenarsi, accompagnato da un vistoso gatto rosso, nella scena folk newyorkese degli anno ’60. Ancora un tema classico della cultura a stelle striscie – ovvero un viaggio a piedi attraverso il Nord America intrapreso da un padre e un figlio in cerca di se stessi – sarà al centro di Nebraska nuovo film di Alexander Payne con protagonisti Will Forte e Bruce Dern, mentre l’epopea dell’immigrazione nella terra delle opportunità sarà al centro di The Immigrant di James Gray con Marion Cotillard e Joaquin Phoenix. Steven Soderbergh, nelle sale con Effetti collaterali, porterà sulla Croisette Behind the Candelabra film basato sulla turbolenta storia d’amore tra lo showman Liberace (Michael Douglas) e il suo amante Scott Thorson (Matt Damon). Infine è statunitense anche l’ultimo titolo annunciato nei giorni scorsi per il concorso: Only Lovers Left Alive di Jim Jarmusch con Tom Hiddleston e Tilda Swinton nei panni di una coppia di vampiri, amanti centenari.

Ottima anche la selezione orientale con la Cina rappresentata da Jia Zhangke con A Touch of Sin e il Giappone da Takashi Miike con Shield of Straw e da Kore-Eda Hirokazu con Like Father, Like Son. Mentre la Francia cala i suoi assi con il nuovo film del Premio Oscar Asghar Farhadi Le Passé (il primo girato fuori dall’Iran), il ritorno di Arnaud Desplechin con Jimmy P. che vede protagonisti il suo attore feticcio Mathieu Amalric e Benicio Del Toro e quello del prolifico François Ozon con Jeune et Jolie, ritratto di una diciassettenne in 4 stagioni e sulle note di 4 brani musicali. Ci saranno poi anche il regista di Cous Cous Abdellatif Kechiche con l’atteso La vie d’Adele (noto anche con il titolo di Blue Is the Warmest Color) con protagonista Léa Seydoux e il Roman Polanski di produzione francofona con Venus in Fur, ancora un dramma da camera o sarebbe meglio dire “da palcoscenico” che vede fronteggiarsi in un gioco sadomasochistico un’attrice (Emmanuelle Seigner) e un regista (di nuovo Mathieu Amalric). Chiude la selezione francese un po’ d’Italia con Un Chateau en Italie, terza regia per Valeria Bruni Tedeschi. Mentre a tenere alto il nostro vessillo nazionale ci penserà Paolo Sorrentino con La grande bellezza atteso pamphlet socio-politico-gossipparo sulla dolcevita romana con protagonisti Toni Servillo, Carlo Verdone e Sabrina Ferilli.

Sarà invece Valeria Golino con il suo esordio alla regia Miele a rappresentare l’Italia nella sezione Un Certain Regard  che verrà inaugurata da The Bling Ring di Sofia Coppola e prevederà grandi nomi del cinema d’autore contemporaneo a partire da Claire Denis con Les Salauds, dramma sentimentale dalle atmosfere noir i cui protagonisti sono Vincent Lindon e Chiara Mastroianni, mentre il geniale ed eccentrico regista filippino Lav Diaz – negli ultimi anni ospite fisso del Festival di Venezia e noto per i suoi straordinari film dalla lunga durata – presenterà Norte, The End of History. Sempre in Un Certain Regard troveremo poi il nuovo film da regista di James Franco As I Lay Dying e quello del regista di Paradise Now, Hany Abu-Assad, con Omar.

Non è solo una vetrina di grandi nomi il Fuori concorso di questa 66/esima edizione del Festival di Cannes che propone tra gli altri il nuovo film del regista di Margin Call  J.C. Chandor  All is Lost e Blood Ties, primo film in lingua inglese per il talentuoso interprete e regista francese Guillaume Canet, con un ricco coté di star: Clive Owen, Mila Kunis e Marion Cotillard. Importante e atteso anche il ritorno di Claude Lanzmann: il regista del documentario Shoah torna a riflettere sull’Olocausto con Le dernier des injustes lavoro incentrato sul campo di concentramento di Theresienstadt, definito all’epoca dalla propaganda nazista come una sorta di “ghetto modello”.

Ci sarà anche Johnnie To sulla croisette all’interno di Midnight Screenings con Blind Detective e sempre nella medesima sezione sarà possibile assistere al ritorno sul grande schermo di Jerry Lewis in Max Rose di Daniel Noah.

C’è un italiano anche nella sezione Special Screenings, si tratta di Roberto Minervini – già autore dell’interessante Low Tide – visto a Venezia, nella sezione Orizzonti – con Stop The Pounding Heart, lavoro incentrato su un’adolescente istruita a domicilio nella stretta osservanza della Bibbia. Da segnalare poi i documentari Muhammad Ali’s Greatest Fight di Stephen Frears, dedicato al celebre pugile e Seduced and Abandoned analisi delle perverse dinamiche dell’industria hollywoodiana firmata da James Toback
Come ogni anno poi, sulla Croisette si terrà nei giorni del Festival- dal 16 al 24 maggio – la Semaine de la Critique dove a rappresentare l’Italia sarà Salvo, lungometraggio d’esordio di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza che vede nel cast Luigi Lo Cascio; nella medesima sezione, dedicata alle opere prime e seconde, verrà poi proiettato l’atteso Ain’t Them Bodies Saints di David Lowery, film con protagonisti Casey Affleck e Rooney Mara che è stato una vera e propria rivelazione all’ultimo Sundance Film Festival, dove l’autore si è guadagnato l’appellativo di “nuovo Terrence Malik”.

Con 21 pellicole sulla carta tutte da non perdere la Quinzaine des Réalisateurs proseguirà la sua tradizionale indagine nel cinema d’autore contemporaneo, sospesa mai come in questa annata tra la ricerca di nuovi talenti e la riscoperta di grandi nomi del passato. Si parte in quarta con l’apertura affidata al nuovo film dell’israeliano Ari Folman che, dopo il successo internazionale ottenuto da Valzer con Bashir, con The Congress approccia per la prima volta la fantascienza e un cast internazionale di altissimo livello, i cui nomi di spicco sono Robin Wright, Paul Giamatti e Harvey Keitel. Torna poi sulla Croisette il cileno Sebastián Silva (Affetti e dispetti) con Magic Magic, e ci sarà una “doppietta Jodorowsky”, con il nuovo film del regista La Danza de la realidad e il documentario Jodorowsky’s Dune di Frank Pavich, che racconterà un’impresa fallimentare dell’autore: il tentativo di trarre un film dalla saga di Dune firmata da Frank Herbert.

Infine il 66/esimo Festival di Cannes non mancherà quest’anno di omaggiare il grande cinema del passato con la sezione Cannes Classics, dove sono ben cinque le pellicole italiane restituite alla luce del grande schermo in versione restaurata: L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci, La grande abbuffata di Marco Ferreri, Gruppo di famiglia in un interno di Luchino Visconti, Il deserto dei tartari di Valerio Zurlini e Lucky Luciano di Francesco Rosi.
L’appuntamento è dunque sulla Croisette fino al 26 maggio, data in cui la giuria capitanata da Steven Spielberg pronuncerà il fatidico verdetto che assegnerà la Palma d’Oro.

DARIA POMPONIO