Adriano Valerio, dal Nastro d’argento al lungometraggio a Cannes 2014

Il regista Adriano Valerio a Cannes 2014 ha ritirato la menzione al Nastro d'argento per il corto e presentato Benat, il suo primo lungometraggio
Intervista ad Adriano Valerio a cura di Emanuele Rauco

Adriano Valerio è la prova che i festival sono ancora importanti, in certi casi fondamentali. Il regista che l’anno scorso a Cannes vinse una menzione con il corto 37° 4 S (e il David di Donatello 2014), oggi ha ritirato il premio assegnatogli dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, il Nastro d’argento, ennesimo riconoscimento a un film che racconta l’amore su un’isola e il bisogno di partire e che ha da poco vinto anche il David di Donatello per il miglior corto. Valerio, che vive a Parigi, ha preso il titolo del cortometraggio dalle coordinate geografiche dell’isola in cui è ambientato.
Ma non è l’unico motivo per cui il regista è a Cannes 2014, nello specifico al Padiglione Italia Cinecittà Luce: Valerio infatti ha presentato anche il suo lungometraggio in lavorazione, un film che si chiamerà Banat (una regione rumena al centro della vicenda), che sarà co-prodotto dalla Movimento Film di Mario Mazzarotto e Emanuele Nespeca, dalla produttrice rumena Ada Solomon (dietro il successo de Il caso Kerenes) e dalla Macedonia. Il film racconta una storia d’amore estremamente contemporanea, tra due ragazzi meridionali che la crisi e l’inattività del sud italiano costringono a emigrare in Romania, nella terra fredda ma fertile che dà il titolo al film, e che scoprono che l’Europa non è una terra in cui essere spaesati, ma un luogo da poter chiamare casa.

EMANUELE RAUCO