Daniele Segre e la vita dietro le “Sbarre”

Presentato al Festival del Cinema Europeo di Lecce il documentario "Sbarre", realizzato da 16 allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia coordinati dal regista Daniele Segre. La nostra intervista
Intervista a Daniele Segre a cura di Marilena Vinci

Sedici giovani del Centro Sperimentale di Cinematografia, coordinati dal regista Daniele Segre, raccontano la vita in galera in Sbarre, documentario presentato in prima assoluta davanti a cento detenuti del Carcere Circondariale Borgo San Nicola di Lecce nell’ambito del Festival del Cinema Europeo.

Il film, realizzato da alcuni allievi dei corsi di regia, sceneggiatura, suono e montaggio del CSC e co-podotto da Rai Cinema (che garantisce un passaggio televisivo), nasce per merito del Provveditore delle carceri toscane Carmelo Cantone, già Direttore del carcere di Rebibbia, che permise la realizzazione di Cesare non deve morire dei fratelli Taviani.

“Un progetto per insegnare che il cinema, raccontando il reale, può contribuire a migliorare il mondo in cui viviamo. – spiega Caterina D’Amico, Preside della Scuola Nazionale di Cinema – È fondamentale trasmettere questa consapevolezza ai nostri allievi”.

Il documentario, girato in soli quattro giorni, raccoglie le testimonianze di alcuni detenuti del carcere di Sollicciano in Firenze che raccontano le difficoltà e le crudeltà dello scontare una pena senza umanità e possibilità di redenzione.

A Lecce abbiamo incontrato Daniele Segre che ci ha parlato del progetto.