EUGENIO SCALFARI AL FESTIVAL DI SIENA

Hai visto mai? offre l’incontro tra il fondatore di Repubblica - per presentare il libro Scuote l’anima mia Eros – e il critico Alberto Asor Rosa.

Il critico letterario incalza subito Eugenio Scalfari sul discorso che ha visto negli ultimi tre libri realizzati dal giornalista un tentativo: quello di andare più in profondità nel rapporto tra ragione e istintualità. E lo scrittore, davanti ad un pubblico da grandi occasioni, parte dagli anni delle sua formazione, quelli giovanili con Italo Calvino, compagno di scuola e grande amico fino al 1941 quando la guerra li divise. “Italo scese dai monti liguri comunista, io liberale di sinistra e tali rimanemmo”. E poi la sala affascinata ascolta la voce commossa dello scrittore che in questo stesso edificio – una volta l’ospedale della città – venne a salutare quello che era diventato anche un collaboratore: “Ebbi il coraggio di chiedergli di entrare a “Repubblica” solo quando raggiungemmo la tiratura del Corriere dicendogli: “Da quello che scrivi e pensi sono i lettori di “Repubblica” il tuo vero pubblico”. Ma il protagonista del nuovo libro è l’Eros, signore degli uomini e degli dei, fonte inesauribile di tutti i desideri e alla domanda di Luca Zingaretti sulle passioni che hanno dominato la sua vita risponde: “Io sono stato pieno di eros, ho amato profondamente delle persone perché avevo voglia di proteggerle. Ho amato dei progetti altrimenti non avrei potuto fondare giornali. Ho amato alcuni solo con il corpo, altri solo intellettualmente, altri con tutta l’anima”. Il momento più applaudito quando parla dell’egoismo che caratterizza certi uomini di potere e appena fa un riferimento alle elezioni: “E speriamo che lunedì…” un applauso lungo, appassionato scoppia nella sala mentre sorridendo Scalfari guarda Asor Rosa e afferma: “Finisce sempre così”.