A 82 anni è morto la scorsa notte uno dei più grandi direttori della fotografia di ogni tempo, Gordon Willis, maestro denominato il principe delle tenebre per la sua capacità di utilizzare ombre e buio per dare spessore drammatico e artistico alle immagini e ai film in cui operava. Newyorkese, Willis è celebre per il lavoro epico sulla trilogia del Padrino, per cui venne nominato al premio Oscar soltanto nel 1991 con il terzo episodio, forse come risarcimento per le mancate (e da molti ritenute scandalose) nomination per i primi 2 episodi; ma anche per la collaborazione con Woody Allen tra gli anni ’70 e gli anni ’80, che diede frutti straordinari come Manhattan – con un incredibile bianco e nero -, Io e Annie e Zelig, nominato all‘Oscar.
Willis è stata una delle figure tecniche e artistiche di riferimento della New Hollywood negli anni ’70, come dimostrano i film a cui ha prestato “il suo giudizio”, come amava ripetere: Perché un assassinio e Tutti gli uomini del presidente di Alan J. Pakula, Pennies from Heaven di Herbert Ross, Detective Harper acqua alla gola con Paul Newman. L’unico premio Oscar arrivò nel 2010, alla carriera, per “l’inarrivabile maestria in luce, ombra, colore e movimento”. Diresse un solo film, Windows, che venne candidato ai Razzies per la peggior regia. Un neo in una carriera luminosa, nonostante la molta ombra.
EMANUELE RAUCO
