L’altra faccia degli sbarchi. Capire cosa nasconde per tanti giovani quel viaggio che vede l’attraversamento del nostro mare e l’approdo a Lampedusa come ultima tappa di un cammino con le Lampa Lampa – le carrette del mare – verso Lampa Lampa (Lampedusa per i migranti), il sogno di un’esistenza migliore.
“Da giornalista di cronaca nera volevo capire perché non si parlava mai del lavoro e dello sfruttamento dei clandestini e allora mi sono messo in viaggio. C’era in me una curiosità antropologica: il momento esatto che un luogo non è più il tuo luogo. La testa è già in viaggio e il corpo invece, con le sue esigenze volgari di alimentazione e di sostentamento rimane bloccato” spiega Fabrizio Gatti al numerosissimo pubblico accorso a Santa Maria della Scala per ascoltare il racconto di vita, racchiuso poi in Bilal. Viaggiare, lavorare, morire da clandestino: un giornalista che si finge curdo-iracheno per mettere ordine al caos quotidiano, per recuperare l’essenza umana che sta dietro le persone e capire cosa davvero voglia dire partire dal deserto africano per giungere in Europa.