E’ una storia d’amore biografica ed estremamente intima quella che Philippe Garrel presenta in concorso con La Jealousie alla 70° Mostra del Cinema di Venezia, interpretata dal figlio Louis assieme ad Anna Mouglalis.
Girato in bianco e nero, il film racconta la storia d’amore tra due attori squattrinati. “L’idea alla base di questo film è di far recitare mio figlio Louis nella veste di suo nonno all’età di trent’anni, la stessa età che Louis ha oggi, – spiega Garrel – sebbene la vicenda sia ambientata nel presente. Il film racconta la relazione che mio padre ebbe con una donna quando io ero bambino (nella finzione filmica sono una bambina) e l’impegno di farmi crescere gravava sulle spalle di mia madre. Ammirando l’amante ho fatto inconsciamente ingelosire la mia madre esemplare”.
A chi chiede se il suo sia un film misogino, che non fa fare bella figura alle donne dato che il personaggio femminile abbandona il più debole e povero a favore del più forte e benestante, Philippe Garrel risponde: “Non è con i buoni sentimenti che si realizzano buoni film, confondere l’arte con la morale rappresenta una tendenza presente anche in alcune scuole cinematografiche, ma secondo me è una falsa via. L’arte non si ritrova solo nel campo di buoni e cattivi. Forse come tutti gli uomini lotto contro la mia misoginia”.
Quello che però il regista francese voleva davvero mettere in scena, spiega, è “dimostrare che la libido femminile è tormentata quanto quella femminile. È difficile rivelare le zone d’ombra della donna, la loro parte oscura che viene ignorata dagli uomini. Le donne hanno vite sessuali complicate come quelle degli uomini”.