“Miss Violence” sciocca Venezia

Presentato in concorso il film del regista greco Alexandros Avranas che parla di violenza familiare, suicidio, pedofilia e incesto

Violenza familiare, suicidio, pedofilia e incesto: sono i temi scottanti di  Miss Violence di Alexandros Avranas, passato in concorso alla 70° Mostra interazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Il film racconta di una ragazzina suicida nel giorno del suo 11° compleanno. Suicidio che la famiglia definisce un incidente andando avanti come se nulla fosse accaduto. Dietro il tragico gesto si nasconde un terribile segreto relativo alla famiglia dell’adolescente, composta da padre (Themis Panou), madre (Reni Pittaki), un fratello e una sorella.

”Non è una guerra tra uomini e donne, perché il potere non ha sesso, sebbene la violenza sia insegnata dal padre nella società patriarcale”, dice Avranas, che di questa storia, ispirata a veri eventi accaduti in Germania, sottolinea l’universalità: ”Potrebbe accadere in Europa, ovunque”.
Con i piccoli attori, il regista è stato ”molto onesto e aperto: non ho nascosto loro nulla, abbiamo letto insieme la sceneggiatura con i loro genitori, che ci hanno dato grande supporto durante le riprese. Questi bambini hanno dato voce ad altri, e non solo per pederastia e incesto”.
Il regista greco ha poi parlato di ”Sindrome di Stoccolma, dipendenza tra vittima e carnefice” e stigmatizza ”una società che non ha spazi per evolversi né veri rivoluzionari”.