Morta l’attrice hitchcockiana Joan Fontaine

Aveva 96 anni. Nel 1942 vinse il premio Oscar come miglior attrice protagonista per "Il sospetto".

Secondo lutto in 24 ore per l’Hollywoodiano dei tempi d’oro: dopo la morte di Peter O’Toole annunicata ieri è giunta notizia di quella di  Joan Fontaine, indimenticabile icona hitchcockiana. Il decesso nella sua villa di Carmel-by-the-Sea, nella California settentrionale, è avvenuto per cause naturali, come confermato dalla sua agente Susan Pfeiffer: l’attrice aveva 96 anni. Sorella minore di Olivia de Havilland, ancora in vita, con lei ha vissuto una grande rivalità artistica. Il suo vero nome è Joan de Beauvoir de Havilland, ma quando decise di intraprendere anche lei la carriera di attrice, come Olivia, la madre rifiutò che potesse usare il nome di famiglia.

Nata in Giappone nel 1917 da genitori britannici, Fontaine di trasferì all’età 2 anni negli Stati Uniti insieme alla famiglia e debuttò sul grande schermo nel 1935. Nel 1940 Alfred Hitchcock la volle accanto a Laurence Olivier per il suo film d’esordio americano, Rebecca, la prima moglie che le valse la prima nomination all’Oscar. La vittoria arrivo però due anni dopo, quando ottenne il premio alla migliore attrice protagonista per Il sospetto, sempre di Hitchcock, dove recitò al fianco di Cary Grant. Quando Joan vinse il suo primo e unico Oscar nel 1942, era candidata anche la sorella Olivia (che si rifece anni dopo vincendone due per A ciascuno il suo destino): quando si alzò per andare a ritirare la statuetta evitò le congratulazioni della sorella, aprendo ulteriormente la frattura tra le due. Le sorelle non si sarebbero poi parlate per decenni.
Per la cronaca, nessun’altra coppia di fratelli o sorelle nella storia è mai riuscita ad aggiudicarsi la più importante onorificenza del cinema.
Fra i suoi maggiori successi i film Il fiore che non colsi (1942), La porta proibita (1944), La sfinge del male (1947) e Lettera da una sconosciuta (1948).

Joan Fontaine si è sposata e ha divorziato quattro volte, ebbe una figlia, Deborah Leslie, e nel 1952 ne adottò una seconda, Martina, di origini peruviane, che pero’ se ne ando’ di casa gia’ nel 1963. Una delle vicende piu’ dolorose per l’artista, come lei stessa racconto’ nell’autobiografia data alle stampe nel 1978: No Bed of Roses, nessun letto di rose per lei.