Muore Alain Resnais, padre del nuovo cinema francese ed europeo

Resnais, regista di Hiroshima mon amour e L'anno scorso a Marienbad, si è spento sabato notte a Parigi, all'età di 91 anni

Era un 91enne che a Berlino, il mese scorso, aveva vinto un premio per la portata inventiva del suo ultimo film, Aimer, boire et chanter. Alain Resnais potrebbe essere riassunto con questa frase: la sua profonda giovinezza mentale e cinematografica ci ha fatti sorprendere ieri mattina della notizia della sua morte, nella casa di Parigi. Un regista che ha inventato forme, linguaggi e possibilità come pochi altri in Europa e nel mondo, che ha contribuito alla formazione della Nouvelle Vague guardando sempre oltre, tenendosi di lato. Formatosi con documentari e cortometraggi sull’arte e gli artisti (come Pictura, realizzato con Luciano Emmer, che vinse il Golden Globe), Resnais comincia a ritagliarsi un posto nella storia del cinema con Notte e nebbia, film del ’55 che affronta l’Olocausto e i campi di concentramento con occhio sensibile, visionario, innovativo.
Innovazione che diventa rivoluzione nel ’59 con Hiroshima mon amour seguito nel ’61 da L’anno scorso a Marienbad (Leone d’oro a Venezia), quando sulla scia di Joyce e Proust applicò le teorie del nouveau roman al cinema, costruendo un linguaggio fatto di pensieri che si tramutano in immagini in modo quasi psichico, in cui le ellissi e i simboli incidono nello spettatore attraverso la ridefinizione del concetti di tempo, di come esso lavora sui corpi degli attori. Il suo era un cinema pulsante, che cambiava con gli anni propri e della storia, che ha saputo reinventarsi passando dalla sperimentazione alla comunicazione con il pubblico, dal cinema estremo al gioco sulla natura popolare dei suoi film, anticipando l’era della scomposizione multimediale in Smoking/No Smoking, film “interattivo”; arrivando al culmine di un percorso e al suo finale con i racconti borghesi, musicali, teatrali degli ultimi anni, deliziosi come Parole parole parole, palpitanti come Cuori, spiazzanti come Gli amori folli. O come il suo ultimo, capaci di reinventare il cinema. A 91 anni. Come solo un rivoluzionario sa fare.

EMANUELE RAUCO