Ma chi era Papa Francesco prima di salire sul soglio pontificio nel marzo 2013? Il film di Luchetti torna alla giovinezza di Bergoglio (Rodrigo De La Serna), ragazzo come tanti, peronista, con gli amici e una fidanzata. Poi l’improvvisa (?) vocazione che lo porta ad entrare nell’ordine dei Gesuiti. Il sogno è quello di diventare missionario in Giappone, i “piani alti” invece decidono di rimandare quel viaggio. L’Argentina sprofonda nel baratro della dittatura di Videla, Bergoglio nel frattempo è diventato Padre Provinciale dei Gesuiti. “Sono stato avvicinato da persone che mi hanno detto che Bergoglio era stato implicato con la dittatura, ma poi più andavo avanti con le mie ricerche sul personaggio e ascoltavo le testimonianze di persone che l’avevano conosciuto davvero ho capito che sarebbe stata un’ipotesi narrativa che non stava in piedi”, spiega il regista, che in Chiamatemi Francesco, al contrario, ci mostra un personaggio che pur cercando sempre di evitare lo scontro diretto con il potere fa di tutto per aiutare le persone invise alla dittatura, quando nascondendole nel Collegio Universitario, quando intercedendo per tentare di far liberare qualche detenuto. “Per capire cosa raccontare, per mantenere una relazione onesta con il personaggio, senza esaltarlo né ridurlo, ho dovuto scavare molto – racconta ancora Luchetti -. Ma il punto di svolta per comprenderlo ’emotivamente’ è arrivato quando più di una persona che abbiamo incontrato ci ha detto che ‘era un uomo sempre preoccupato’ e che ‘ha sorriso per la prima volta quando lo abbiamo visto diventare Papa’. Lì ho capito che il Bergoglio di oggi è questo perché è stato in altro modo nel passato”.
Dieci anni dopo la fine della dittatura, nel 1992, Papa Giovanni Paolo II nomina Bergoglio Arcivescovo di Buenos Aires: il ventennio che lo separa dal soglio pontificio sarà speso ancora una volta al servizio degli ultimi, degli abitanti delle periferie, difendendoli dalle sopraffazioni del potere. “E’ stata una responsabilità enorme per me interpretarlo – racconta Rodrigo De La Serna -. L’approccio emotivo è stata la cosa più importante per tentare di interpretare un personaggio così importante, approccio che mi è stato molto utile anche per scoprire aspetti di spiritualità che non conoscevo”. “Un ruolo tremendo, incredibile – gli fa eco Sergio Hernandez, che interpreta il protagonista alla vigilia della nomina papale -. Il regista mi ha detto che voleva far venir fuori l’interiorità del personaggio, che la somiglianza fisica gli interessava marginalmente. Allora ho cominciato a ‘convivere’ con Bergoglio, è stato una specie di ritiro, e ancora oggi faccio fatica a togliermelo di dosso”.
Prima dell’uscita in sala Chiamatemi Francesco sarà proiettato nella Sala Nervi del Vaticano, martedì 1 dicembre, alla presenza di 7000 bisognosi. Tra circa un anno e mezzo, invece, il film sarà trasmesso da Canale 5 nella sua versione televisiva, in 4 puntate da 50′.
Valerio Sammarco