Sorrentino e il suo Papa solo

Dal 21 ottobre su Sky Atlantic la prima serie televisiva girata dal premio Oscar Paolo Sorrentino con la sua troupe cinematografica. Nel cast Papa Pio XIII è Jude Law e Silvio Orlando una sorta di suo antagonista. Le nostre interviste.
Intervista a Paolo Sorrentino a cura di Giovanna Barreca
Intervista a Silvio Orlando a cura di Giovanna Barreca

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“Il film è un ritratto sulla difficoltà di stare al mondo di certe persone. Nello specifico di figure che ruotano intorno al Vaticano, esseri umani tra gli umani” ci spiega Paolo Sorrentino per presentare la prima stagione della sua prima serie tv The young Pope. Il progetto è importante per capitali investiti tutti in Italia (40 milioni di euro), per location create (il Vaticano ricostruito grazie a diverse chiese e giardini di Roma) e per il cast internazionale scelto, da Jude Law, attore protagonista nei panni di Pio XIII, a Silvio Orlando, Cardinal Voiello Segretario di Stato, artefice della nomina di Lenny Belardo, alle due figure femminili: suor Mary (Diane Keaton), una sorta di braccio destro, un Papa ombra in un mondo solo maschile e Cécile de France nei panni della responsabile del marketing e della comunicazione vaticana. E ancora Javier Càmara è Monsignor Gutierrez, Ludivine Sagnier (Ester Aubry), James Cromwell come Cardinal Spencer, Stefano Accorsi è il Primo ministro italiano e Scott Shepherd nei panni del Cardinale Dussolier, miglior amico d’infanzia del nuovo Papa.
A Roma oggi sono stati presentati, come alla Mostra del cinema di Venezia, fuori concorso, solo i primi due episoldi ma dal 21 ottobre la serie andrà in onda su Sky Atlantic e Paolo Sorrentino ha annunciato di essere già al lavoro sulla sceneggiatura della seconda serie.
Venduta già in 140 paesi, la serie non si concentra, com’è capitato già in lavori di autori americani, sugli intrighi immaginari all’interno della curia pontificia ma soprattutto sulla solitudine di un uomo che cerca un Dio da regalare agli uomini e a sè stesso. “Perchè non possiamo fare a meno di Dio? Su questa domanda ruota tutto l’impianto della serie e del rapporto con Dio di credenti e di laici” spiega il premio Oscar ai nostri microfoni, aggiungendo che i tempi più dilatati della narrazione gli hanno permesso di spaziare maggiormente con la fantasia.
Una serie alla quale Sorrentino ha potuto lavorare con tutta la sua troupe cinematografica, a partire dal direttore della fotografia Luca Bigazzi.

giovanna barreca