Intervista a Luigi Cecinelli e Eva Riccobono: regista e interprete di Niente può fermarci

Raccontare la malattia psichiatrica senza pietismi e dal punto di vista di quattro ventenni, è questo uno degli obiettivi della commedia on the road Niente può fermarci come ci ha raccontato il regista Luigi Cecinelli.
Intervista al regista di Niente può fermarci Luigi Cecinelli
Intervista all'interprete di Niente può fermarci Eva Riccobono

Dopo l’horror-triller dal respiro internazionale Visions Luigi Cecinelli torna sul grande schermo con una una commedia giovanile on the road tutta italiana: Niente può fermarci, nelle sale dal 13 giugno. Protagonisti della pellicola sono quattro ragazzi molto particolari che partono per un viaggio destinato a cambiare le loro vite: c’è Il narcolettico Mattia, l’internet-dipendente Augusto, l’ossessivo compulsivo Leonardo, e infine Guglielmo, affetto da Sindrome di Tourette.
Al microfono del nostro inviato Emanuele Rauco il regista ha raccontato la genesi del film, a partire dal momento che ha visto nascere l’idea, per passare poi allo sviluppo della sceneggiatura insieme a Ivan Silvestrini. In particolare Cecinelli si è concentrato sulla scelta delle quattro patologie psichiatriche da portare sul grande schermo, improntata soprattutto al loro appeal cinematografico. Altra sfida nell’affrontare queste quattro malattie è stata poi quella – molto delicata – di risultare realistici ma anche in qualche modo “leggeri” nel rispetto del ritmo e del tenore caratteristici di una commedia corale destinata ad un pubblico di teenagers.
Tra le interpreti del film anche l’ex modella Eva Riccobono, che ha raccontato al nostro inviato come ha creato il suo ruolo a partire dalla lettura della sceneggiatura per passare poi alla costruzione de personaggio eleborata al fianco del regista. Il personaggio, racconta l’attrice, l’ha da subito appasionata, soprattutto perché le offriva la possibilità in qualche modo di tornare indietro nel tempo a quelle situazioni tipiche dell’adolescenza. La Riccobono ha poi sottolineato l’importanza della gavetta e il suo rifiuto di incarnare ruoli magari anche da protagonista ma troppo simili a quello che è il suo personaggio “reale” a favore invece di piccoli ruoli – come questo – che le offrono però la possibilità di approfondire personaggi differenti e che richiedono dunque un vero apporto recitativo.