Lo zio Boonmee che si ricorda delle sue vite precedenti

Trionfatore al festival di Cannes, il cineasta thailandese Apichatpong Weerasethakul continua a mettere insieme successi...

Vincitore del prestigioso festival di Cannes, arriva nelle nostre sale Lung Boonmee raluek chat (Lo zio Boonmee che si ricorda delle sue vite precedenti)

Trionfatore al festival di Cannes, il cineasta thailandese Apichatpong Weerasethakul continua a mettere insieme successi internazionali dopo la vittoria del premio della giuria ottenuta nel 2004 con Tropical Malady. Il suo nuovo film, Lo zio Boonmee che si ricorda delle sue vite precedenti, ripercorre temi e luoghi abituali del suo cinema, quali la giungla, la reincarnazione delle anime, la comunanza tra l’uomo e il mondo animale e vegetale, ecc. Qui però le questioni vengono affrontate quasi con un tono da commedia; si veda ad esempio l’inaspettata apparizione, nel corso di una cena, di due fantasmi (la moglie e il figlio del protagonista) che vengono subito fatti accomodare a tavola, invitandoli a bere qualcosa e a sfogliare l’album di foto di famiglia. Dunque, a metà tra l’ironia e l’aura malinconica e con folgoranti visioni notturne (gli occhi rossi delle scimmie un tempo umane, dei generatori elettrici che illuminano in modo poetico e sinistro il paesaggio oscuro ma familiare della foresta), Weerasethakul conduce la sua consueta narrazione rarefatta dando luogo a paradossali apparizioni e/o deviazioni. L’obiettivo diventa man mano chiaro ed è il confronto desolante tra il mondo panico della giungla e quello moderno urbano (il futuro sognato dal protagonista e poi visto in TV); quest’ultimo è ormai prevalente in Thailandia e le agghiaccianti visioni dei militari e dei morti (tragedie che riempiono le pagine dei giornali anche in questi giorni) vengono se possibile sottolineate proprio perché presentate sotto forma di sogno/incubo rivelatore.

Si dirà che la weltashaung di Apichatpong Weerasethakul è ermetica, fatta di legami laschi, volutamente distante ed estranea alla nostra tradizione culturale, ma non si può negare una chiarezza del discorso complessivo e la volontà esplicita di raccontare il proprio paese sia pure per complesse metafore. E poi non si può neppure negare una predominanza dello sguardo, un amore per l’immagine e un ottimismo della messa in scena che è sempre più raro trovare nel cinema europeo e occidentale in genere.

ALESSANDRO ANIBALLI

Titolo originale: Loong Boonmee Raleuk Chaat
Produzione: Spagna, Tailandia, Germania, Gran Bretagna, Francia 2010
Regia: Apichatpong Weerasethakul
Cast: Sakda Kaewbuadee, Jenjira Pongpas
Genere: commedia
Durata: 90′
Distribuzione: Bim
Data di uscita: 15 ottobre 2010

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