Voglia di fuga e riscatto nell’esordio di Fabio Mollo

Mollo con Il sud è niente racconta le difficoltà del meridione, con Vinicio Marchioni e Miriam Karlkvist.
Intervista a Vinicio Marchioni a cura di Emanuele Rauco

Dopo il successo al festival di Toronto, Il sud è niente – opera prima di Fabio Mollo – arriva al Festival di Roma nella sezione Alice nella città, raccontando una storia atavica con sguardo nuovo.  Il film racconta di Grazia, una ragazza schiva la cui vita è cambiata quando il fratello è scomparso, forse morto. Con il padre gestisce una pescheria, ma i problemi economici e personali spingono i due a voler fuggire, ad andare a Torino. Ma scappare dal Sud non è così semplice.
Film scabro e aspro come i luoghi della Calabria in cui è girato, Il sud è niente racconta una storia esemplare e quotidiana, senza sensazionalismi né impennate romanzesche, ma che diventa sintomo banale ma sincero dell’odierna questione meridionale: la criminalità come problema strisciante, l’impossibilità di fare impresa, l’istruzione difficile, tutti elementi che fanno del Sud un luogo che rende impossibili i sogni, non sono realizzarli, ma anche farli. Mollo, 30enne calabrese con esperienze all’estero, fa partecipare lo spettatore entrando in empatia con la protagonista, la sorprendente Miriam Karlkvist, alla ricerca di se stessa e del proprio corpo oltre che del fratello. Nel cast, Vinicio Marchioni, padre volenteroso ma fragile, e Valentina Lodovini, presenza discreta e sempre folgorante.

EMANUELE RAUCO