Parola al Cinema

09/05/08 - Probabilmente la coincidenza è del tutto casuale, ma “Feisbum” esce nelle sale in una...

Parola al Cinema – Uno sguardo sulla sceneggiatura

“Feisbum”: altri Mostri oggi, a un passo da youtube

(Rubrica a cura di Massimiliano Schiavoni)

parola-al-cinema_def09/05/08 – Probabilmente la coincidenza è del tutto casuale, ma “Feisbum” esce nelle sale in una stagione che ha visto il ritorno del cinema italiano sui sentieri del film a episodi. Si tratta di una struttura narrativa che, più o meno mascherata, è ancora fortemente radicata nel nostro cinema (i cinepanettoni della Filmauro, del resto, hanno sempre una costruzione episodica, sia pure intrecciata in un`unica narrazione), e “Feisbum”, come “Un`estate al mare”, “Italians”, “I Mostri oggi”, s`inscrive nella forma più pura del genere, ossia la giustapposizione di una collana di brevi storie narrativamente indipendenti, legate insieme sul piano tematico. Sul piano produttivo siamo ben lontani dalle ricche e asettiche “creazioni-Filmauro”. “Feisbum” è un prodotto indipendente, girato senza finanziamenti principeschi e senza la partecipazione di grandi star. Tuttavia i vari autori, uniti in coregia e in sceneggiatura dei diversi segmenti, riecheggiano negli intenti la sferzata virulenta e moralistica de “I mostri” di Dino Risi, riaggiornati all`ultima moda del Duemila: l`utilizzo esasperato delle più recenti invenzioni informatiche come mezzo per conoscere altre persone, per ricercare persone che non si vedono da anni, o per tenere, paradossalmente, contatti telematici anche con le persone che si frequentano ogni giorno. Facebook, in tutte le sue versioni e perversioni. La galleria è per l`appunto “mostruosa”, dominata da un atteggiamento narrativo palesemente moralistico e da un grottesco deformante come nella migliore tradizione della commedia all`italiana. Comicità  aggressiva, acida, in certi passaggi addirittura rancida e mortifera.

La riuscita, ovviamente, è assai diseguale di segmento in segmento. Anche negli anni `60 e `70 capitava che i film a episodi fossero diretti da registi diversi, ma gli autori comici dell`epoca condividevano una poetica espressiva forse più unificante di quanto pensassero. Per intenderci, sfido chiunque a distinguere in “Quelle strane occasioni”, ad esempio, l`episodio di Nanni Loy da quello di Luigi Comencini, da quello di Luigi Magni. In “Feisbum” la questione è più radicale; se forse è rintracciabile una certa “squilibrata” uniformità  di messinscena, d`altro canto in sede di sceneggiatura le scelte appaiono spesso molto distanti una dall`altra. Il registro narrativo è molto variabile, e paradossalmente i due episodi migliori (“Default” e “Angelo Azzurro Reloaded”) non sono comici, bensì il primo un thriller psicologico-metafisico, e il secondo una riflessione amara e crepuscolare (ottima come sempre la performance di Giorgio Colangeli) sull`età  e le differenze generazionali. E la comicità  italiana, nel frattempo, è molto cambiata. Le storie di “Feisbum” si nutrono del tipico cinismo da commedia all`italiana, ma survoltato, isterico. Ricordano molto la comicità  della serie tv Boris (molto più riuscita di “Feisbum”, a onor del vero), in cui i personaggi sono costantemente spinti oltre il parossismo. Comicità  “gigantesca”, dove la stortura umana diventa puro cinismo, pura cattiveria, malattia, psicosi, totale annientamento dell`umanità  dei personaggi. Magari si ride, ma non ci si crede.

Ma soprattutto, l`episodicità  di “Feisbum”, oltre a ripercorrere la tradizione cinematografica italiana, evoca ancor più da vicino i ritmi narrativi e fruitivi proprio di quel computer schiavizzante che il film vorrebbe mettere alla berlina. “Feisbum” somiglia infatti all`allineamento di una serie di corti pescati su youtube, scelti e “bruciati” alla rinfusa esattamente come facciamo navigando sul canale in rete. Così saltiamo da un brevissimo flash sarcastico, all`amarezza, al grottesco, alla commedia sentimentale, alla commedia sofisticata, proprio come saltiamo su youtube da un filmato all`altro riguardanti la stessa parola-chiave. A testimonianza che, se internet e tutti i suoi annessi e connessi stanno modificando e probabilmente peggiorando le nostre vite e le nostre teste, forse stanno subendo la stessa mutazione anche i moduli narrativi, cinematografici e non. E “Feisbum” finisce per essere così uno psicodramma di se stesso.

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