Speranza per l’Iran

Il Golden Globe a Una Separazione potrebbe spingere la Repubblica Islamica a una maggiore apertura verso il proprio cinema. Lo sostiene il "Financial Times".

La vittoria ai Golden Globes potrebbe non solo spianare la strada verso l’Oscar, come si è soliti pensare, ma nel caso del film candidato dall’Iran, ovvero Una Separazione di Asghar Farhadi, gettare una luce di speranza. I film iraniani sono da sempre avvezzi ai palmares dei festival intenazionali, ma il premio consegnato domenica sera nelle mani sapienti di Farhadi proviene, per la prima volta, da Hollywood e dunque assume tutto un altro significato. A sostenerlo è il “Financial Times”, che ha riportato anche una dichiarazione del regista iraniano Bahman Farmanara, da vent’anni interdetto dal proprio lavoro per ordine del governo, che sottolinea l’orgoglio dei cinefili iraniani e auspica che il premio “possa illuminare con un raggio di speranza il mondo del cinema iraniano e spingere le autorità ad avere un dialogo con i registi”. Come è noto, la censura in Iran fa sentire la sua morsa con decisioni impopolari capaci di mobilitare l’opinione pubblica internazionale. L’arresto di alcuni documentaristi invisi al regime e la condanna del regista Jafar Panahi, a sei anni di carcere e all’interdizione dal proprio lavoro per venti, sono avvenimenti recenti accolti con rabbia e sdegno dalla comunità internazionale e da Hollywood, Steven Spielberg e Martin Scorsese in testa. Una separazione, pur non affrontando in maniera diretta i problemi politici e scociali del paese, ne pone in luce tutte le contraddizioni, postulando conseguenze drammatiche e imprevedibili. Il film non è inviso allla Repubblica Islamica, che lo ha proposto per gli Oscar, e ha fatto registrare il più alto incasso di sempre al box office nazionale: ben 10 milioni di dollari. Come sottolinea Farmanara il pubblico iraniano che ha sancito questo exploit proviene proprio da quella middle class che ha animato le proteste del Movimento Verde nel 2009. Il governo del presidente Ahmadinejad non ha reagito in alcun modo alla vittoria ai Golden Globes e si spera che torni sui propri passi ritirando la recente decisione di chiudere la “Film House”, principale ente cinematografico iraniano non governativo, accusato di fomentare il dissenso nei confronti del governo centrale.

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